La guerra dentro il Terzo Polo va avanti a suon di veline anonime, ricostruzioni e retroscena. Una delle ultime puntate riguarda i virgolettati attribuiti al leader di Azione Carlo Calenda per quanto riguarda i presunti voti di Italia Viva per l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. “Quanto votarono La Russa per avere la presidenza della Vigilanza io ho chiuso gli occhi, ma ora basta“, è la frase attribuita a Calenda dalle ricostruzioni de la Stampa. Una dichiarazione opposta rispetto a quanto sempre dichiarato dal leader di Azione che, proprio subito dopo l’elezione della seconda carica dello Stato, aveva accusato Pd e M5s di aver sostenuto l’esponente Fdi: “Per noi non esiste votare un candidato post fascista neanche per fare un’operazione che politicamente ha spaccato il centrodestra”, disse.

Secondo la Stampa invece, Calenda avrebbe sempre saputo che erano stati i renziani a correre in aiuto di La Russa e del governo. Una ricostruzione che Azione si è affrettata a smentire a metà mattina: “I virgolettati sono evidentemente privi di fondamento”, ha comunicato l’ufficio stampa del partito. Ma non è bastata a placare le polemiche con i renziani, che subito si sono mossi in difesa e sono partiti con le giustificazioni. “E’ falso. Lo dice la matematica”, ha scritto su Twitter Luciano Nobili. “E lo diceva persino Calenda. A meno che, anche su questo, non abbia cambiato idea”. Poco dopo lo ha seguito il senatore renziano Ivan Scalfarotto: “Qualcuno spieghi a Carlo che la Russa ha preso quasi venti voti in più: e anche a voler ammettere che IV abbia votato (falso!) noi siamo solo in cinque. Non a caso la vigilanza l’hanno presa i grillini. La politica è una materia difficile da capire, ma la matematica è più semplice: basta fare i conti”.

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