Giorgia Meloni ci ha provato fino all’ultimo, ma alla fine ha dovuto cedere almeno su una casella della tornata di nomine nelle grandi partecipate pubbliche: all’Enel ci sarà un ricambio, ma – a quanto risulta al Fatto – alla guida arriverà Flavio Cattaneo, mentre alla presidenza si siederà Paolo Scaroni. L’accordo è stato trovato durante le trattative proseguite in notturna (e che non si sarebbero ancora concluse).

I giochi si sono prolungati fino a tarda notte a causa dei dissidi tra gli alleati che hanno costretto il ministro Giancarlo Giorgetti (titolare delle nomine perché azionista di controllo) a partire per Washington senza le liste chiuse. Per quella casella, infatti, Giorgia Meloni aveva prenotato da tempo il posto per Stefano Donnarumma, oggi Ad di Enel. Una posizione che ha difeso a oltranza, ma alla fine ha dovuto cedere e lasciare una poltrona alla Lega di Matteo Salvini, tanto più che Cattaneo – vicepresidente di Italo, un passato alla guida di Terna – gode di una certa stima anche in ambienti di Fratelli d’Italia (per i buoni uffici del presidente del Senato Ignazio La Russa).

Altro cedimento della premier riguarda la presidenza: fino all’ultimo ha provato a evitare di farsi imporre Scaroni, ma sul punto Silvio Berlusconi (e il suo plenipotenziario per le nomine Gianni Letta) non ha voluto cedere. A cascata, diverse caselle rischiano di saltare, visto che verosimilmente Donnarumma resterà a Terna, dove invece Meloni voleva Giuseppina Di Foggia, oggi in Nokia Italia (e cara alla sorella della premier, Arianna). Per Eni è certa la riconferma di Claudio Descalzi, mentre fino all’ultimo i rumors davano per certa la nomina di Roberto Cingolani a Leonardo (con la presidenza destinata al comandante della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana). In Poste dovrebbe essere riconfermato Matteo Del Fante.

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