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Olimpiadi Milano-Cortina, scontro tra Sala e Salvini per il pattinaggio sul ghiaccio. Salvo lo “scrigno di biodiversità” di Campo di Sotto

Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 della discordia. La cabina di regia che si è tenuta a Palazzo Chigi non ha risolto ancora il dilemma se le gare di pattinaggio sul ghiaccio, inizialmente previste a Baselga di Piné, si terranno a Rho (alle porte di Milano) o all’Oval di Torino. In compenso la disfida ha provocato uno scontro tra il ministro Matteo Salvini e il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala per opposti interessi. Per evitare rivolte popolari, si è deciso, invece, di non realizzare il Villaggio Olimpico nella zona ambientalmente fragilissima di Campo di Sotto, un autentico “scrigno di biodiversità”, come scritto anche da Ilfattoquotidiano.it. Circa 1.200 persone verranno ospitate a Fiames, a nord di Cortina, in 600 casette prefabbricate a due posti il cui costo-notte, se si calcola l’effettiva durata dei pernottamenti, si aggira almeno sui 900 euro a testa.

La cabina di regia è stata presieduta dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e dal ministro per lo Sport Andrea Abodi. Erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, i ministri Alessandra Locatelli e Daniela Santanchè, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico. Inoltre, l’amministratore delegato della Fondazione, Andrea Varnier, il presidente di Infrastrutture Milano-Cortina 2026, Veronica Vecchi, e l’amministratore delegato Luigi Valerio Sant’Andrea. Due presidenti di Regione, Attilio Fontana per la Lombardia e Luca Zaia per il Veneto, oltre ai sindaci di Milano, Giuseppe Sala, e di Cortina d’Ampezzo, Gianluca Lorenzi.

SCONTRO SALVINI-SALA – La scelta del sito per le gare di velocità di pattinaggio è apparsa subito divisiva. Non a caso si è arrivati all’ennesima cabina di regia senza aver concordato una scelta, nonostante siano passati sette mesi da quando fu abbandonata l’ipotesi trentina. Il sindaco Sala ha appoggiato la Fiera di Milano (Rho), mentre il Comune di Torino e la Regione Piemonte caldeggiano l’opzione Oval Lingotto, sostenuti dal leader della Lega. Lo scontro è avvenuto quando Salvini ha chiesto di esplicitare i costi a carico di Fondazione Fiera. “Da cittadino milanese anzitutto è mio interesse sapere quanto si spenderà per la pista a Rho, visto che leggo di cifre esorbitanti”, ha detto. Il riferimento è ai circa 20 milioni di euro previsti. La replica di Sala è stata pungente: “Se è così, chiederemo anche alla Corte dei Conti cosa ne pensa”. Ritiene infatti illogico rinunciare a Milano, visto che i piemontesi si erano sfilati dal dossier olimpico nel 2019. Ne avevano approfittato Veneto e Trentino per farsi avanti. “Un pessimo intervento”, ha replicato Salvini che ha chiesto cosa avesse fatto il sindaco durante i governi Conte 2 e Draghi. Sala, gelido: “Confermo quanto detto”. A quel punto Salvini ha proposto di ascoltare le ragioni del sindaco di Torino e del presidente della Regione Piemonte. La decisione finale sarà presa il 18 aprile, ma pare che la strada sia spianata a favore di Rho.

MARCIA INDIETRO A CORTINA – Il Villaggio Olimpico di Cortina rischiava di diventare un nuovo caso “pista da bob”. Nel masterplan era prevista la sua realizzazione a Fiames, a nord dell’abitato. Poi gli stessi tecnici della Regione Veneto avevano adombrato rischi idrogeologici. Quindi erano emersi problemi di interferenza di cantieri, visto che dovrebbe cominciare lo scavo della tangenziale di Cortina, un’opera da oltre 300 milioni di euro. Così un paio di mesi fa è spuntata l’ipotesi di Campo di Sotto, a sud del paese. Si tratta di un prato di oltre 30 ettari al limite del bosco valutato come uno “scrigno di biodiversità”, con specie animali (il Re di Quaglia che vi nidifica) e floreali uniche nel Veneto. Ricoprirlo di prefabbricati e condutture di servizi sarebbe stato uno scempio. Così è stato deciso di optare per Fiames, anche per evitare ricorsi al Tar dei cittadini. Il governatore Luca Zaia ha commentato: “Il sito di Fiames appare il più adatto, come è emerso da un report tecnico che ha preso in esame i diversi siti cortinesi. L’analisi comparativa è stata redatta dal commissario Sant’Andrea con i suoi tecnici. La relazione verrà messa agli atti e sarà resa disponibile a tutti, visto che i percorsi si vogliono realizzare nella massima trasparenza”. Fino ad alcune settimane fa l’orientamento non sembrava questo, ma alcune infuocate assemblee di cittadini hanno convinto il potere politico (prima dei tecnici) a cambiare idea. La scelta costituisce una vittoria per il Comitato di Campo e per il Comitato Civico Cortina che avevano contestato la scelta ora accantonata.

IL GIALLO DEI COSTI – Sul Villaggio di Cortina grava il mistero dei conti. Quando fu presentato il masterplan, venne indicata una spesa di 47 milioni di euro. Infatti, negli stanziamenti per le Olimpiadi il Villaggio è una delle opere indifferibili, con una spesa prevista di 47 milioni e 827 mila euro. Il governo ha già messo a disposizione 10 milioni di euro. Mancano più di 37 milioni che in un decreto del 2022 risultano in carico alla Regione Veneto. Anche per la pista da bob avrebbe dovuto essere così, poi però è intervenuto lo Stato. Le parole del sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, hanno sollevato qualche interrogativo: “Si parla di 1.200-1.300 posti, abbiamo chiesto di fare una verifica, perché 100 o 200 posti fanno la differenza. Bisogna considerare anche tutto il comparto sicurezza, polizia, finanza e carabinieri, fondamentali nell’esecuzione dell’Olimpiade”. C’è il rischio che i 1.200 posti non bastino. Lorenzi ha aggiunto: “Si parla di una spesa intorno ai 36 milioni di euro, risorse che devono essere reperite in spese correnti. Non è facile trovarle, ma con il ministro Giorgetti se ne era già parlato”. Secondo Lorenzi, quindi, la spesa è inferiore di quasi 12 milioni di euro a quella prevista. Probabilmente, però, toglie dal conto i 10 milioni già stanziati.