Puntualissimi ad ogni ponte, esodo estivo o festività arrivano gli aumenti ai distributori. È successo anche in questa Pasqua con il prezzo della benzina cresciuto, nella settimana tra il 3 e il 9 aprile, dell’1%. La media nazionale della verde in modalità self si è attestata a 1,875 euro al litro. Si tratta, stando ai grafici del ministero dello Sviluppo economico, del prezzo più alto registrato dal primo agosto del 2022 (data non casuale), quando i listini erano in media a 1,877 euro al litro. Sostanzialmente stabile invece il prezzo del diesel che al self viaggiava nei giorni di riferimento a 1,767 euro a litro. I dati confermano in pieno i nostri allarmi circa il rincaro dei listini alla pompa in occasione delle partenze degli italiani per la Pasqua, afferma Assoutenti che fa anche i conti sulla spesa aggiuntiva delle famiglie.
“Rispetto alla Pasqua del 2022, chi quest’anno si è mosso in auto durante le feste ha speso circa 6 euro in più a pieno – spiega il presidente Furio Truzzi – La benzina è infatti rincarata del 6,7% rispetto alle festività dello scorso anno, incidendo sulle spese per gli spostamenti degli italiani e determinando una stangata, considerato il numero di italiani in movimento durante le feste di Pasqua, pari a oltre 120 milioni di euro”. “E l’allarme non è finito – avvisa Truzzi – Il trend al rialzo dei carburanti prosegue anche in questi giorni e inciderà sui ponti del 25 aprile e 1 maggio, quando milioni di italiani si sposteranno in auto per visitare città d’arte e per gite fuori porta. Per questo chiediamo al Governo di intervenire ricorrendo a Mister Prezzi e alla Guardia di finanza per accertare possibili speculazioni legate alle partenze delle famiglie durante le festività e i ponti”. Il rialzo del prezzo del petrolio di certo non aiuta. Oggi il brent, greggio di riferimento per il mercato europeo, viene scambiato a 87 dollari al barile, l’11% in più rispetto a inizio aprile, quando l’Opec+ ha deciso di tagliare la produzione, riportandosi sui valori di inizio marzo. Non aiuta neppure la completa eliminazione degli sconti sulle accise decisa dal governo Meloni a partire da inizio 2023. La componente fiscale incide per oltre la metà del prezzo dei carburanti.