“La gestione dei grandi carnivori in Trentino, da quando sono stati reintrodotti da parte della provincia autonoma, non è stata condotta forse nei modi più corretti. Nel parco Nazionale d’Abruzzo i cittadini convivono con gli orsi da sempre e non vi sono incidenti perché sono stati messi in atto sistemi di convivenza che delimitano gli spazi, come sentieri off limits, una segnaletica che indica l’importanza di non uscire dal sentiero, oppure indicazioni con cartelli che non si può andare con il cane dove c’è l’orso”. Così la deputata Michela Vittoria Brambilla in Aula dopo quanto accaduto in Trentino dove un’orsa, Jj4, ha ucciso il giovane runner Andrea Papi, facendo comunque le condoglianze alla famiglia.
Sottolineando che gli orsi non aggrediscono “perché cattivi” ma perché hanno “paura dell’uomo” e devono difendere se stessi e i loro figli, Brambilla ha specificato: “Io mi auguro quindi che il piano che il ministero dell’Ambiente sta cercando di portare avanti, quindi, attraverso corridoi naturali, di disperdere gli orsi in tutto il Trentino, possa essere compiuto in fretta perché non si possono risolvere i problemi abbattendo uno o due orsi o cinquanta orsi”. Il punto, ha spiegato, è che oggi le femmine si trovano tutte “nel Trentino occidentale”, mentre, da piano, “dovevano essere disperse in tutto l’arco alpino”, e “questo non è stato fatto”. Quindi, “servono sistemi naturali che ci portino a non far pagare agli orsi gli errori della politica” e, ha concluso “forse è il momento di affidarsi a zoologi, all’Ispra e a chi è competente, non può essere la politica a decidere”.