Tupperware è sull’orlo del crac: la storica azienda statunitense di contenitori ermetici per cibi è in crisi di liquidità ed è alla ricerca di nuovi capitali per sopravvivere. Il management ha ingaggiato consulenti finanziari ” per aiutare a migliorare la struttura di capitale” e sgombrare il campo dai dubbi sull’effettiva continuità operativa. Sull’azienda – riferisce Bloomberg – grava un debito di quasi 700 milioni di dollari e ora Tupperware deve procacciarsi potenziali investitori o partner finanziari. Valutazioni in corso anche sulla possibilità di smuovere il patrimonio immobiliare per reperire liquidità.
Il ceo Miguel Fernandez ha assicurato che Tupperware “ha intrapreso un percorso” per rivoluzionare l’attività dell’azienda e sanare la posizione di capitale e liquidità. “L’azienda sta facendo tutto ciò che è in suo potere per attenuare gli impatti dei recenti eventi – prosegue Fernandez – e stiamo prendendo provvedimenti immediati per cercare finanziamenti aggiuntivi e affrontare la nostra posizione finanziaria”. Non è la prima volta che Tupperware finisce nei guai: già nel 2020 aveva accusato gravi difficoltà, rivelando quanto ormai quel sistema di business non fosse più al passo con i tempi.
Fondata quasi 80 anni fa nel 1946 da Earl Tupper, l’azienda aveva rivoluzionato il mercato degli articoli per la cucina soprattutto con i contenitori ermetici, scommettendo sulla fidelizzazione dei clienti con la formula delle “riunioni a casa fra amiche con i venditori.” Decisamente un’altra epoca. Oggi, nell’era dell’e-commerce, quel sistema è improponibile alle nuove generazioni. Da qui il calo di fatturato e l’aumento dei debiti. Neanche l’accordo con la rete di grande distribuzione Target è riuscita a risollevare le sorti e nell’ultimo scorcio del 2022 le vendite hanno accusato un ribasso del 20%.