Ed ecco che il novello Nerone dei Parioli colpisce ancora. Carletto Calenda non si smentisce mai. Dopo aver iniziato la sua carriera politica con Scelta Civica ed averla abbandonata subito dopo non essere stato eletto in Parlamento, venne ripescato dal Pd di Matteo Renzi come viceministro dello Sviluppo Economico. Poi si candidò alle Europee con il Pd, per abbandonarlo subito dopo. Poche le volte che Carletto si è fatto vedere realmente a Strasburgo, molto più presente sui social a sindacare su tutto.
Poi il pariolino ha deciso di fare il candidato a sindaco di Roma. Nonostante le sue offese costanti a Renzi, Italia Viva e tutto il gruppo dirigente romano hanno appoggiato la sua candidatura. Non è stato eletto ma ha fatto un buon risultato che ha contribuito ad aumentare il suo già enorme ego. Poco dopo ha litigato inspiegabilmente con i consiglieri eletti che guarda caso erano per lo più di Italia Viva. Subito dopo si è dimesso da Consigliere Comunale di Roma.
Poi sor Carletto ha fatto la Federazione con Più Europa, spinto sempre dall’odio contro Renzi. Poi in vista delle ultime politiche ha fatto ancora una volta parlare di sé, non per le sue grandi idee, ma per le sue capriole degne di un ginnasta olimpionico. Dopo aver detto mai col Pd, si è seduto al tavolo con Letta e ha stretto accordo. Foto di rito con bacio a Letta e selfie con i dirigenti Pd e di Più Europa. Dichiarazioni di amore sui social ogni tre minuti e poi? Dopo due giorni si alza con il piede sinistro e rompe l’accordo, naturalmente usando Twitter e Facebook, i suoi arnesi politici preferiti. Su questo è evidente che non ha mai speso soldi per imparare a gestire i media. Ma così è.
E cosa ha fatto Carletto, dopo aver riempito nuovamente Renzi di fango? E andato e si è accordato con Italia Viva per fare una lista insieme alle politiche con la promessa di un Partito Unico dei Riformisti. Matteo Renzi per spirito di sacrificio ha fatto tre passi indietro e ha lasciato a Carletto carta bianca e leadership della coalizione. Carletto nella formazione delle liste e nella gestione della campagna elettorale ha fatto come ha voluto senza alcun impedimento da parte di Renzi. Il novello Nerone ha voluto mettere anche il suo cognome nel simbolo di Azione. E va bene così.
Alle elezioni si ottiene un discreto risultato considerate tempistiche e cazzate varie. Ma il nostro Carletto già fremeva. Scelte incomprensibili nelle Regionali e via a premere sull’acceleratore contro Renzi per ragioni inspiegabili. Bisogna evidenziare che un politico con un pochino di esperienza e lungimiranza, se crede in un progetto, non usa i social per dire ogni cazzata che pensa e soprattutto per denigrare una parte politica che dovrebbe confluire nel partito unico e che soprattutto lui vorrebbe rappresentare come leader. E qui arriva il bello. Carlo vuole fare il Capo senza avere un elettorato reale. Pontifica e impone ma promette un Partito aperto, contendibile e democratico.
Ma la realtà presto arriva. Sor Carletto accelera talmente tanto da superare se stesso e si ricopre di contraddizioni e bugie. Dopo aver imposto tre passi indietro a Renzi, inizia a imporre qualsiasi cosa, fuori Renzi dagli organi del partito, niente Leopolda e come se non bastasse critiche anche sulla scelta di Matteo di occuparsi del giornale Il Riformista. Insomma, richieste che di politico non hanno nulla. Baggianate dette sui social degne di un bambino dell’asilo mariuccia. E quindi cosa è successo?
L’unica spiegazione è che Carlo Nerone da Roma ha capito che un vero congresso non l’avrebbe mai vinto. L’imperatore dei Parioli si era autoproclamato Capo del nuovo Partito senza ricordarsi le stesse parole, ossia: congresso vero e partito contendibile. Insomma, di politica non c’è nulla. Di colpe a Renzi e Italia Viva impossibile darne. Carletto ha fatto tutto da solo come sempre. Solo tante frasi ridicole riportate senza alcuna motivazione reale. In ogni caso meglio chiarezza ora, altrimenti Carletto avrebbe lasciato il nuovo Partito subito dopo aver appreso di aver perso il Congresso. Ora avanti con il progetto, di certo una casa e un nuovo soggetto politico non si fermerà per le manie di certi politicanti da social.
La politica è una cosa seria e Carletto l’ha fatta scendere ai minimi storici. Il tempo c’è, le idee pure, mancano i veri leader. E Renzi piaccia o non piaccia rimane.