La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano (e non solo). Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
Di misticismo a Pasqua ce n’è tanto: quello legato alle tradizioni religiose ma anche e soprattutto quello che sul finire del lunedì provoca visioni e allucinazioni a causa di quel che si è mangiato e bevuto. E dunque tra dubbi e misteri si ingenera confusione, che porta a conseguenze più o meno nefaste: chi si spoglia dei suoi averi terreni (e non solo) miracoli seppur di livello non eccelso perché l’acqua resta acqua… mentre il vino resta vino. Insomma contorni che si confondono e che fanno sembrare nemici gli amici e viceversa. E neppure la colomba in questo caso può nulla… parola del Dibu.
FESTEGGIARE CON SOBRIETÀ
I valori della continenza, del rispetto per gli avversari, della morigeratezza emergono a pieno da una gara di Under 15 ligure, dove un calciatore è stato squalificato per quattro giornate perché “a fine gara aizzava gli avversari e, quindi si levava pantaloncini e mutande, tenendo coperti i genitali, mostrando le terga nude alla tribuna, agli avversari e al ddg”.
PASQUETTA COL VINO
Una gita fuori porta, qualche amico e un po’ di alcol… tutto bene, non fosse che di lì a poco gli amici in questione avrebbero dovuto dirigere, come arbitri, i playoff del campionato greco tra Aek Atene ed Aris Salonicco. Pare che in aereo, dopo qualche drink, l’arbitro Pawel Raczkowski, assistenti e var abbiano iniziato a esprimere considerazioni insultanti, in polacco, sul calcio greco… qualche passeggero però li ha capiti e si è risentito… col risultato di una rissa ad alta quota e gli arbitri che una volta atterrati non erano assolutamente in grado di arbitrare la gara. Insomma, mancava poco pretendessero pure di farsi una bella grigliata in aereo.
PASQUETTA CON L’ACQUA… CHE BAGNA
Incredibile quel che può accadere in Eccellenza toscana, dove l’acqua bagna lo stesso pure se lanciata in bottigliette chiuse… o almeno è quel che trapela dal racconto dell’arbitro della gara del Figline 1965, che ha portato per la compagine del Valdarno una multa di 1200 euro “per contegno offensivo e minaccioso verso l’A.A. n.1 parte gara con lancio ripetuto di bottigliette d’acqua chiuse senza colpire e getti di acqua che bagnavano lo stesso. Per ripetuto lancio di sputi verso detto assistente che in alcune circostanze ne veniva colpito. Per contegno offensivo verso il D.G. gara con lancio di una bottiglietta d’acqua semi piena verso la terna senza colpire fine gara”.
MENTI RAFFINATISSIME
La Copa Sudamericana è uno dei palcoscenici calcistici più affascinanti per la passionalità dei tifosi: passionalità amplificata dalla rivalità, come quando si affrontano una squadra brasiliana e una argentina. Ecco dunque che i tifosi del Tigre di Retegui erano intenzionati a mettere in campo tutte le armi possibili (nel vero senso della parola) per superare il Sao Paulo nella fase a gironi. E dunque nella viglia della gara contro i brasiliani hanno provato a disturbare il sonno degli avversari con i fuochi d’artificio… ma hanno sbagliato albergo. Non paghi dell’errore hanno teso un agguato al bus dei brasiliani il giorno dopo, prendendolo a sassate… ma hanno sbagliato anche stavolta, tirando pietre contro il pullman dei propri giocatori, che li hanno avvertiti via social: “Fermi, siamo noi”.
AGGIORNAMENTI SETTIMANALI SU DIBU
A questo punto siamo arrivati al dolce, in periodo pasquale ovviamente una colomba. Non per il Dibu, però, visto quanto raccontato dalla maestra che aveva alle elementari, intervistata dalla rivista Olè. Ebbene, la signora ha tirato la foto della comunione, con tutti i bimbi con le mani giunte tranne El Dibu che le ha… (a questo punto sappiamo che tutti state pensando a male) che le ha sul viso modello Urlo di Munch. Perché? Una colomba gli aveva sporcato il vestitino.