Il 14 aprile saremo a Napoli, ancora e sempre, scorta mediatica per Mario Paciolla, collaboratore Onu, giornalista, persona generosa e solare, costruttore infaticabile dei ponti della solidarietà, ucciso in Colombia. Saremo a Napoli con i suoi genitori, i suoi amici, le istituzioni regionali e nazionali dei giornalisti per partecipare all’inaugurazione del delicato murale, dipinto sui muri del liceo Vittorini, che il maestro Jorit ha voluto dedicargli affinché depistaggi e tradimenti non possano cancellare la sua memoria.
Le indagini proseguono stancamente, dalla Colombia e dall’Onu si vorrebbe liquidare il caso come il suicidio di una persona depressa e impaurita. Perizie eseguite in Italia dicono altro, negano la tesi del suicidio, dimostrano, anche tecnicamente, l’insussistenza di questa pista. I legali della famiglia Paciolla, tra loro Alessandra Ballerini, denunciano ritardi, omissioni, depistaggi, testimoni Onu scappati rapidamente dalla Colombia, oggi irreperibili.
La procura di Roma sta valutando la possibile archiviazione.
Perché mai, dopo pochi mesi, si vorrebbe già chiudere il fascicolo? Le autorità istituzionali italiane non hanno nulla da dire?
Non sarà il caso di rileggere i suoi ultimi scritti e le inchieste sui narcos e la corruzione? “Prima gli italiani” non vale mai per Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Mario Paciolla, Giulio Regeni, Andrea Rocchelli e non solo?
Il 14 aprile saremo a Napoli per ribadire che #nonarchiviamo Mario Paciolla e che continueremo a dare voce, ogni giorno, alle iniziative promosse dalla sua famiglia, dai suoi legali e dalla straordinaria comunità di #giustiziapermario, anzi ogni tanto date uno sguardo e sostenete le iniziative che troverete sia su Twitter, sia sulla loro pagina Facebook, anche un piccolo gesto servirà a incrinare il muro del silenzio e delle complicità.