Niente da fare. Nonostante tutto e tutti il gruppo Ferrovial se ne andrà dalla Spagna. Stabilirà la sua residenza in Olanda dove la società e soprattutto i suoi soci pagheranno meno tasse. L’azienda giustifica la mossa come un passaggio per quotarsi prima ad Amsterdam e poi a New York ma i benefici fiscali non sembrano secondari. Oggi l’assemblea degli azionisti ha dato l’ok al trasloco pianificato dal management sebbene la decisione sia stata oggetto di forti polemiche da parte di opinione pubblica e governo spagnoli. Il governo nelle scorse settimane ha ricordato al gruppo guidato da Rafael del Pino come debba tutte le sue fortune allo stato spagnolo, agli aiuti pubblici e alle commesse ricevuti in passato. Il presidente ha tirato dritto. Il governo sta valutando ora anche la possibilità di chiedere al gruppo la restituzione dei soldi pubblici ricevuti negli anni.

Ferrovial costruisce e gestisce grandi infrastrutture come autostrade e aeroporti, vale oggi in borsa quasi 20 miliardi di euro e ha ricavi per 7,6 miliardi l’anno. Ha chiuso il 2022 con un utile di 302 milioni di euro. I principali azionisti sono Rafael del Pino con il 20%, Mario del Pino con l’8,2%, Lazard Asset Management con il 4,6% e Leopoldo del Pino con il 4,2%. Oggi il presidente ha rivendicato come la scelta faccia parte “della libertà di stabilimento su cui si basa l’essenza stessa dell’Unione europea”. Del Pino ha difeso le motivazioni economiche dell’operazione e ha negato che l’idea sia quella di approfittare di un regime fiscal più favorevole sostenendo che non ci saranno cambiamenti significativi sull’ammontare delle imposte versate, che però finiranno all’Olanda e non più alla Spagna.

“Il Governo rispetta la decisione assunta dall’assemblea di Ferrovial”, hanno affermato fonti del ministero dell’Economia, aggiungendo che “Continueremo a lavorare in modo costruttivo con tutte le società spagnole per difendere i loro interessi e promuovere la loro espansione e crescita”. La decisione di Ferrovial, infatti, ricorda una mossa fatta in precedenza anche da altre aziende, a cominciare da Fca (poi confluita in Stellantis, a sua volta domiciliata in Olanda) e da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, primo azionista di Stellantis e che negli scorsi mesi ha lasciato Piazza Affari per entrare nella borsa di Amsterdam. Ad Amsterdam hanno casa anche colossi come Ferrero, Luxottica o Mediaset. Non è un segreto che l’Olanda attiri le aziende straniere soprattutto grazie a regimi fiscali particolarmente favorevoli (soprattutto quando gli utili vengono distribuiti ai soci) e norme che favoriscono gli azionisti più forti.

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