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Il Parlamento chiama, il governo non risponde: per l’esecutivo di Meloni record di interrogazioni cadute nel silenzio

Fino a oggi solo il 27,2% delle richieste dei parlamentari hanno avuto soddisfazione, il livello più basso delle ultime tre legislature e degli ultimi sette governi. Openpolis: "Segno del ruolo sempre più marginale dell'assemblea eletta". I più "sordi" sono i ministeri guidati da Piantedosi e Salvini

Il governo Meloni è maglia nera nelle risposte al Parlamento. Fino a oggi, solo il 27,2% delle interrogazioni e delle interpellanze presentate da deputati e senatori hanno ricevuto un riscontro: 238 su 875. È il livello più basso delle ultime tre legislature e degli ultimi sette esecutivi. I ministeri più “sordi” alle richieste di chiarimento da parte di parlamentari sono l’Interno, retto da Matteo Piantedosi, che ha dato soddisfazione solo a 10 quesiti e ne ha lasciati inevasi 95, e quello delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, con 17 risposte e 80 “silenzi”. Va detto che si tratta dei ministeri che ricevono più interpellanze e interrogazioni in assoluto. Ne ha ricevute solo 13, invece, la Presidenza del Consiglio, al cui vertice siede Giorgia Meloni, ma soltanto a una ha dato risposta.

Sono alcuni dei dati elaborati da Openpolis, che ha esaminato i cosiddetti “atti di sindacato ispettivo” del Parlamento nei confronti dell’esecutivo. Vale a dire le interrogazioni, attraverso le quali uno o più parlamentari chiedono al governo delle informazioni specifiche, e le meno frequenti interpellanze, atti più politici che spingono l’esecutivo a prendere posizione su un certo tema. Non è che i governi precedenti abbiano brillato. Il più diligente è stato l’esecutivo guidato da Matteo Renzi, che ha dato un riscontro al 33,17% degli atti di sindacato ispettivo. Poco più di quanto hanno fatto il Conte I (33,03%) e il governo Draghi (32,94%).

La questione è tecnica solo fino a un certo punto. “Interrogazioni e interpellanze in molti casi possono avere anche anche un valore simbolico, dato dal fatto che una questione viene portata all’attenzione delle aule parlamentari e dell’opinione pubblica”, osserva Openpolis. “Questo, e il loro alto numero in termini assoluti, ha portato negli anni i governi a non dare sempre seguito alle richieste di chiarimento presentate”.

Sullo sfondo c’è la continua perdita di importanza del Parlamento eletto dai cittadini rispetto alle decisioni del governo: “Questa tendenza, unita al sempre più frequente ricorso a decreti legge e questioni di fiducia, evidenzia ancora una volta la crisi del nostro sistema politico”, rimarca Openpolis. “In cui la principale assemblea rappresentativa ricopre un ruolo sempre più marginale”.