L’uomo che ha predetto l’arresto di Matteo Messina Denaro torna a parlare. Lo fa con un video lungo più di 10 minuti, pubblicato su TikTok tredici ore prima che La7 sospendesse la trasmissione che lo ha reso famoso al grande pubblico. È un intervento a tratti surreale quello di Salvatore Baiardo. Occhiali da vista, camicia a righe e giacca grigia, dal balcone di una casa in Sicilia Baiardo parla di tutto: del suo futuro in tv, del suo nipotino, del suo libro che sarebbe prossimo all’uscita. Annuncia che tornerà presto in televisione, ma non a La7. “Ci sono nuove iniziative, probabilmente mi vedrete in Mediaset, lì uno può dire quello che pensa e non ti condizionano nel parlare. Ne scoprirete delle belle“, sostiene l’uomo che gestiva la latitanza dei fratelli Graviano in Nord Italia. Che poi accusa la rete di Urbano Cairo. “A La7 non mi permettevano più di dire quello che volevo dire perciò devo per forza abbandonarla“. Come è noto, infatti, è ai microfoni di Non è l’Arena di Massimo Giletti che l’ex favoreggiatore dei Graviano aveva profetizzato l’arresto di Messina Denaro. Qualcuno nei commenti gli fa notare: “Giletti non mi sembra uno che mette il bavaglio“. Lui risponde: “Se non lui in persona, magari chi sta sopra di lui“. Poi nel video attacca il conduttore: “Anche Giletti, sotto scorta, ma alla fine della fiera non so che gioco faccia anche lui. Se uno va in trasmissione va per dire qualcosa, poi alla fine non ti fanno mai dire niente”. Passano poche ore e viene diffusa la notizia dello stop di La 7 a Non è l’Arena. Un utente commenta: “Sei un veggente, Giletti fatto fuori da La7“. L’ex gelataio risponde: “Tutto previsto, anche la Rai non gli farà il contratto”. Il riferimento è alla trattative che sarebbero in corso tra Giletti e viale Mazzini.
Nato a Palermo nel 1958, Baiardo vive da sempre a Omegna, dove aveva aperto una gelateria ai tempi in cui i Graviano trascorrevano la loro latitanza tra il lago d’Orta e Milano. Si esprime con accento del Nord ma capisce benissimo il siciliano, visto che lo parla correntamente quando si trova in Sicilia. Imparentato per parte di madre con i Greco di Bagheria, ha sposato una cugina di Cesare Lupo, storico braccio destro dei Graviano. Per l’aiuto fornito ai due boss di Brancaccio tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 è stato condannato per favoreggiamento. All’epoca fu uno dei primi a parlare di presunti rapporti – mai provati – tra i Graviano e Marcello Dell’Utri: raccontò di aver assistito a due conversazioni telefoniche tra Filippo Graviano e lo storico braccio destro di Silvio Berlusconi. “Ci disse che in quelle telefonate si evinceva che i due avevano in comune interessi economici. Nella prima di queste telefonate, avvenute fra il ‘91 e il ‘92, aveva capito che l’interlocutore era Dell’Utri perché Filippo Graviano aveva pronunciato questo nome per farsi annunciare”, ha raccontato al processo sulla ‘Ndrangheta stragista l’attuale capo dell’Anticrimine della polizia, Francesco Messina, che nel 1996 raccolse quei racconti di Baiardo. Oggi l’ex gelataio annuncia il passaggio alle reti di Silvio Berlusconi, l’uomo accusato più volte proprio da Giuseppe Graviano. Sempre al processo di Reggio Calabria, infatti, il boss di Brancaccio ha sostenuto di essere stato in affari con il leader di Forza Italia, che avrebbe addirittura incontrato mentre era latitante. Accuse mai dimostrate e sempre smentite dai legali di Berlusconi.
Ma non si parla solo di tv nel video di Baiardo. Su TikTok l’ex gelataio sostiene di essere pronto a pubblicare un libro. “Io lunedì scorso ho avuto un interrogatorio qui a Palermo ed è stato un interrogatorio interessante. Anche perché ho scoperto delle cose talmente assurde che è stato un bene perché sono cose che adesso aggiungerò il mio libro, che oramai è in chiusura”. Il suo libro, dice sempre Baiardo, sarà presentato al Salone del libro di Torino il 18 maggio. Per questo motivo, aggiunge sempre l’ex gelataio, dovrà aggiornarlo “con quello che dovrà succedere a giugno, perché ci saranno delle grosse novità a giugno“. Mistero su cosa dovrebbe succedere tra due mesi. D’altra parte Baiardo ha ormai abituato gli spettatori a questo tipo di linguaggio: dice e non dice, poi annuncia rivelazioni che spesso smentisce subito dopo. D’altra parte non si sta parlando di un collaboratore di giustizia, ma di un uomo che sui social continua a garantire un alibi a Giuseppe Graviano: in un altro video su TikTok sostiene che il boss fosse nella sua gelateria a Omegna il giorno della strage di via d’Amelio. “L’unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo“, diceva Baiardo alcuni mesi fa, quando la Consulta doveva esprimersi sulla legge che regola il fine pena mai per i mafiosi che non collaborano. Oggi invece usa toni diversi, negando di essere il portavoce dei boss: “Ognuno deve fare il suo lavoro, i magistrati fanno i magistrati, il Baiardo si fa il pensionato, i Graviano si fanno la loro galera tranquilli perciò non hanno bisogno del Baiardo”.
A proposito dell’interrogatorio al quale sostiene di essere stato sottoposto, l’ex gelataio aggiunge di aver risposto alle domande dal dottor Luca Tescaroli, cioè il procuratore aggiunto di Firenze che è titolare dell’inchiesta sulle stragi del 1993: indagati ci sono Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Nei mesi scorsi sia la procura di Firenze che quella di Palermo si sono interessati all’intervista che Baiardo aveva fatto a novembre con Giletti, quella in cui aveva predetto l’arresto di Messina Denaro. “Magari chi lo sa che avremo un regalino, che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato, che faccia una trattativa lui stesso di consegnarsi e faccia un arresto clamoroso e così arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore”, diceva intervistato nei primi giorni di novembre. Meno di tre mesi dopo ecco che Messina Denaro era stato arrestato. Logico dunque che quella profezia abbia catalizzato l’interesse degli investigatori. O Baiardo ha avanzato ipotesi azzardate godendo poi di una incredibile buona sorte, oppure ha accesso a notizie di primissima mano. Negli anni ’90, quando accompagnava i Graviano nei casinò di Venezia e di Campione, non risulta che avesse particolare fortuna.