JJ4 ha 17 anni e nel 2020 aveva già aggredito padre e figlio. La procura di Trento per motivi di sicurezza pubblica non ha atteso il deposito ufficiale delle analisi genetiche da parte dei consulenti per diramare l’identikit dell’orsa che mercoledì scorso ha assalito e ucciso Andrea Papi, runner di 26 anni di Caldes, mentre si stava allenando sui sentieri del monte Peller, in Trentino. Il suo destino è segnato: dovrà essere abbattuta. Ma in molti in queste ore stanno prendendo posizione affinché si trovi un’alternativa per la messa in sicurezza che non preveda la sua uccisione. Tra questi c’è Licia Colò, conduttrice televisiva celebre per i suoi programmi dedicati all’ambiente: “Credo nel valore della natura, sono convinta che il mondo non ci appartenga – ha detto in un’intervista a La Stampa -. Per cui, se Jj4 e un esemplare problematico va allontanata ma farne un capro espiatorio e amorale. Una persona morta è una tragedia – ha sottolineato – Non sarebbe mai dovuto accadere. Ma l’orsa si prenderà le colpe per tutti. Non me la sento di dire che un esemplare che ha ucciso deve stare lì perché ne ha il diritto. Ma abbatterla ed eliminare altri orsi problematici e scorretto. Siamo noi che li abbiamo messi lì e poi abbiamo cambiato idea. Ha ’fatto l’orsa’. Perché ucciderla? Va spostata o catturata: vivrà il resto dei suoi giorni in gabbia”. E ancora: “Non avrei messo gli orsi dove la gente non li voleva – ha incalzato Licia Colò -. Gli abitanti del posto non sono mai stati entusiasti. Non e mai stato fatto un discorso corretto per abituare la gente a conviverci. Non sono state spiegate le potenzialità della presenza dell’orso sul territorio. Ma, una volta che gli orsi sono stati reintrodotti, bisognava imparare a farlo. Soprattutto perché sono stati presi soldi dalla Comunità europea”.