All’età di 15 anni uccise la madre della sua migliore amica e fu l’unica minorenne della prigione di Mount Eden, in Nuova Zelanda
E’ morta lunedì 10 aprile la scrittrice britannica Anne Perry, pseudonimo di Juliet Marion Hulme, una delle maggiori autrici della narrativa poliziesca contemporanea di lingua inglese nota per il suo passato criminale. Si è spenta in un ospedale di Los Angeles all’età di 84 anni, dopo un ricovero durato otto settimane. L’annuncio della scomparsa è stato alla stampa inglese dalla sua agente letteraria Meg Davis, precisando che la salute di Perry era peggiorata da quando aveva avuto un attacco di cuore nel dicembre scorso. Autrice bestseller di diverse serie di gialli che hanno venduto oltre 25 milioni di copie in tutto il mondo, il suo passato ha sempre suscitato scalpore: all’età di 15 anni venne infatti condannata a cinque anni di carcere in Nuova Zelanda per aver ucciso la madre della sua migliore amica.
Anne Penny pubblicò nel 1979 il suo primo romanzo, “Il boia di Cater Street“, ambientato in epoca vittoriana, che vide il debutto dell’ispettore Thomas Pitt di Scotland Yard. La serie dedicata all’ispettore Pitt conta 32 titoli, l’utimo è “Omicidio sul Serpentine” del 2016, tutti pubblicati in Italia nella collana Il Giallo Mondadori. La sua ricca carriera di scrittrice è continuata con la serie dedicata al detective William Monk, investigatore nella Londra vittoriana: sono apparsi 24 titoli, da “Il volto di uno sconosciuto” del 1990, a “Marea oscura” del 2018, tutti tradotti in italiano sempre da Il Giallo Mondadori. Fra i numerosi gialli dell’autrice spiccano “L’enigma di Angel Court” , “L’infamia di Lancaster Gate” e “Rito di sangue”.
Come i protagonisti dei suoi thriller, Anne Perry – nata a Londra il 28 ottobre 1938 – ha passato la vita a destreggiarsi tra luci e ombre. Prima di diventare una scrittrice di successo, era una ragazza di buona famiglia – era figlia del rettore dell’Università di Canterbury, il fisico Henry Hulme – di salute cagionevole, abituata ai sanatori in Nuova Zelanda, dove viveva con i genitori. Già appassionata di scrittura, portò avanti questa passione con la sua migliore amica Pauline Parker. Questo rapporto stretto non era visto di buon occhio dalla madre, Honora Rieper, soprattutto quando le due ragazze decisero di andare insieme in Sudafrica per stare con la zia di Juliet Hulme.
All’età di 15 anni Juliet e Pauline Parker furono coinvolte in quello che la stampa definì “l’omicidio più famoso della Nuova Zelanda”, pianificando ed eseguendo l’omicidio di Honora Rieper a Christchurch: morì dopo essere stata colpita con un mattone circa 20 volte. Il 29 agosto 1954 Juliet e Pauline vennero condannate per omicidio, ma essendo appena sedicenni ottennero una pena inferiore: cinque anni di detenzione e il divieto assoluto di incontrarsi di nuovo. Il caso ha ispirato diversi film, tra cui “Creature del cielo” (1994) del regista Peter Jackson, in cui Kate Winslet ha interpretato Juliette e Melanie Lynskey ha dato il volto a Pauline.
Juliet Hulme è stata l’unica minorenne della prigione di Mount Eden (Auckland). Nel 1959, quando uscì dal carcere, divenne Anne Perry, assumendo il cognome del patrigno. Questa esperienza di vita avrebbe avuto un ruolo decisivo nei suoi romanzi, che lei stessa diceva essere ispirati alla vita dei prigionieri con cui aveva vissuto. Dopo una carriera come hostess, Anne Perry si trasferì nel 1972 in Scozia, nel paese di Portmahomack, dove visse con la madre e decise di diventare scrittrice. Nel 1979 pubblicò il primo giallo della serie di Thomas Pitt, ambientata a Londra tra il 1880 e il 1890, ed è unico nel suo genere in quanto indica con precisione i luoghi geografici della trama. La scrittrice ha dato una seconda vita a questa serie mettendo il figlio di Thomas Pitt, Daniel Pitt, al centro di cinque romanzi.