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La Russia approva la legge sulla “coscrizione elettronica”: chi riceve la notifica non potrà lasciare il Paese. Beni congelati a chi si rifiuta

La Russia punta sulla coscrizione senza via d’uscita per vincere la guerra. Il Parlamento di Mosca ha infatti dato il via libera alla nuova legge federale che introduce la “convocazione elettronica” all’ufficio di registrazione e arruolamento militare. L’obiettivo principale è quello di creare un sistema in cui i soggetti alla leva non abbiano più la possibilità di evitare la coscrizione. Se prima i dipendenti dell’ufficio di arruolamento erano obbligati a consegnare personalmente una convocazione cartacea nelle mani di un recluta, ora gli uomini in età militare cominceranno a ricevere le convocazioni anche digitali sul proprio account nel sito web dei servizi pubblici Gosuslughi, usato dai russi per pagare bollette, multe e tasse statali, si iscrivono al medico, presentano domande al fisco o alla polizia. Inoltre, secondo la nuova legge, dopo aver ricevuto una convocazione elettronica o cartacea, le reclute dovranno presentarsi autonomamente all’ufficio di arruolamento, mentre coloro che “non ricevono una convocazione o fanno finta di non riceverla” verranno puniti.

Una delle innovazioni più inaspettate e scioccanti è stato il fatto che, dal momento della consegna della convocazione, al cittadino sarà vietato di lasciare il Paese. La restrizione viene revocata solo dopo essersi presentato all’ufficio di arruolamento. La legge introduce anche altre sanzioni per chi ignora il reclutamento: se entro 20 giorni dalla data indicata nella convocazione una persona non si presenta agli uffici gli viene automaticamente (senza accusa né processo) vietato guidare veicoli, ricevere prestiti e prestazioni sociali, vendere, acquistare o ereditare immobili, nonché registrare la Partita Iva.

Allo stesso tempo, finora non è del tutto chiaro come funzionerà esattamente la consegna delle convocazioni in formato elettronico. Secondo la legge, la convocazione digitale sarà considerata consegnata “dal momento in cui è apparsa nel profilo personale del cittadino nel sistema informatico”, cioè dal giorno in cui arriva attraverso l’account su Gosuslughi, indipendentemente dal fatto che il destinatario se ne sia accorto e che abbia in generale effettuato l’accesso al suo account. Quando a uno degli autori di questa legge, il deputato Andrei Lugovoi, è stato chiesto cosa dovrebbe fare un cittadino russo se ha ricevuto una convocazione elettronica, ma, ad esempio, è andato in taiga e non si collega a internet per molto tempo, Lugovoi ha risposto che sono “problemi suoi”.

Non è neanche chiaro cosa fare per coloro che non hanno affatto un profilo su Gosuslughi. In più, gli avvocati avvertono che cancellare l’account esistente non aiuterà: la convocazione elettronica sarà considerata comunque inviata, anche se la persona non l’ha effettivamente ricevuta o vista. Il fatto è che secondo la nuova legge tutte le convocazioni compariranno in uno speciale registro unificato di tutti quelli tenuti a prestare servizio militare e, 7 giorni dopo la pubblicazione, saranno automaticamente considerate consegnate. Tuttavia, tale registro non esiste ancora: la legge ne prescrive la creazione, ma non si sa quando avverrà. Il ministero dello Sviluppo Digitale ha affermato che la versione completa del registro apparirà solo entro l’autunno, ma i russi registrati su Gosuslughi vengono già convocati digitalmente.

Un altro punto importante: la legge si applica non solo a quelli reclutati per l’obbligo di leva, ma anche a tutti gli uomini russi dai 18 ai 60 anni tenuti a prestare servizio militare e quindi potenzialmente soggetti a mobilitazione. È importante ricordare che la mobilitazione dichiarata nel settembre 2022 dal presidente russo non è mai finita e non è stata nemmeno sospesa: non ci sono atti giuridici al riguardo. Pertanto, in caso di nuova mobilitazione, gli uffici di arruolamento militare avranno la possibilità di richiamare non solo i coscritti, ma anche coloro che sono in riserva. Gli analisti suggeriscono, anche se le autorità lo negano, che una nuova fase di mobilitazione è abbastanza possibile nel prossimo futuro.

Allo stesso tempo, le restrizioni si applicano a tutti i cittadini della Federazione Russa che si sono già recati all’estero. La Duma di Stato ha raccomandato che i maschi in età militare tornino in patria per prestare servizio, ma avvocati e attivisti per i diritti umani ritengono che per questa categoria di russi “la cosa più logica sia non tornare fino alla fine del regime di Putin”, rilasciare una procura per beni immobili a una persona affidabile e prelevare tutti i soldi dai conti. “Ricordate per quanto tempo hanno pensato come punire chi se n’è andato? Ecco, a quanto pare con l’aiuto di questa legge hanno deciso di punire sia coloro che rimangono nel Paese sia coloro che se ne sono andati”, dice il caporedattore del quotidiano di opposizione Novaya Gazeta Europe Kirill Martynov.

La legge dovrebbe entrare in vigore dal momento della pubblicazione, quindi può avvenire già lunedì prossimo. Tuttavia, anche gli stessi funzionari non hanno ancora capito quando e come esattamente verrà applicato, tenendo conto della mancanza di un database unico dei russi idonei a prestare servizio militare. Ciò non ha impedito alla Camera bassa del parlamento russo, la Duma di Stato, l’11 aprile di esaminare e adottare rapidamente questa legge in tre letture contemporaneamente. Il testo del disegno di legge è stato pubblicato poche ore prima del voto, cosa che ha lasciato perplessi alcuni deputati del Partito Comunista. Questi hanno sottolineato che avevano solo 2 ore per familiarizzare con il contenuto del documento di 60 pagine, ma in risposta il presidente della Duma Vyacheslav Volodin ha suggerito ai deputati scontenti di non sabotare il lavoro della camera, ma di andare a combattere in Ucraina. La Duma ha discusso la legge per 23 minuti e l’ha adottata all’unanimità (uno dei deputati si è astenuto, ma poi ha spiegato di aver accidentalmente premuto il pulsante sbagliato).

Il giorno successivo si è svolta la votazione tra i senatori nella camera alta del Parlamento russo. Di tutti i senatori, solo Lyudmila Narusova (moglie del defunto primo sindaco di San Pietroburgo, Anatoly Sobchak, a cui Vladimir Putin deve la sua carriera politica) ha votato contro la legge sulle convocazioni elettroniche. Dopodiché, altri senatori hanno proposto di privare Narusova del diritto di voto. Ma il reclamo della senatrice era che la legge impone una gravissima restrizione ai diritti dei cittadini mentre il disegno non contiene il parere del difensore civico per i diritti umani. Anche alcuni legali rivendicano una potenziale violazione dei diritti dei russi. Così Vitaly Isakov, avvocato senior presso l’Istituto di diritto e politica pubblica in Russia, ritiene che la legge privi i cittadini dei diritti costituzionali fondamentali, come quelli alla proprietà, all’alloggio e la libertà di lasciare il Paese. Rileva inoltre che le nuove regole violano il “principio di proporzionalità”: la mancata risposta a una convocazione non costituisce una violazione così grave da privare una persona della libertà di spostamento. “Il disegno di legge approvato oggi è scioccante per la sua follia. Direi che avrà più risonanza dell’annuncio della mobilitazione”, afferma Elena Popova, coordinatrice del Movimento degli obiettori di coscienza al servizio militare.

La legge, già soprannominata la “schiavitù di leva”, non poteva che evocare analogie con la servitù della gleba nella Russia zarista. “Fino alla fine del XVI secolo, i contadini potevano lasciare il proprietario terriero un giorno all’anno. Poi questo diritto fu abolito, mentre nel XVII secolo la ricerca dei contadini fuggiaschi fu pure resa a tempo indeterminato. La legge sulle convocazioni elettroniche è una nuova versione della servitù della gleba”, scrive il giornalista investigativo e corrispondente speciale per il servizio russo della Bbc Andrey Zakharov. “Il primo passo verso la terza schiavizzazione (una era sotto gli zar, un’altra sotto i bolscevichi internazionalisti, la terza sotto i bolscevichi nazionalisti) è stato fatto”, afferma Vladimir Pastukhov, politologo dello University College di Londra. “Temo che la società non colga il senso profondo di questo provvedimento. Qui non si tratta di reclutamento, di nuova mobilitazione, di offensiva o di ritirata ma della prossima tappa importante nella formazione di uno Stato totalitario regolare, senza buchi attraverso i quali la popolazione filtra ancora nella sua normale vita ‘passata’. Questo è un segnale che l’autorità non cambierà idea, non svolterà, non si fermerà. Almeno non da sola”.

Eminenti giornalisti russi come Sergei Parkhomenko e Alexei Venediktov ritengono che l’adozione della legge sulla nuova procedura di coscrizione sia, “in effetti, l’introduzione della legge marziale senza l’introduzione formale della legge marziale”. Molti lo hanno preso come un segno che “Putin spera ancora seriamente di vincere” e conta sul fatto che ” in Russia ci sono molte volte più giovani da far morire” che in Ucraina. “La legge sulle convocazioni elettroniche adottata oggi mostra che lo Stato Maggiore è molto sobrio nel valutare le prospettive dell’offensiva delle forze armate ucraine in primavera-estate”, scrive la giornalista d’opposizione Yulia Latynina.

In sostanza, i commentatori contrari al regime e alla guerra da esso scatenata consigliano agli uomini russi di scappare. “La legge sulla convocazione elettronica che blocca i viaggi all’estero è una legge sul diritto dello Stato di condannare chiunque a morte con una mail, senza diritto di appello e senza possibilità di fuga. Se potete, andatevene subito”, esorta lo scrittore Dmitry Glukhovsky. E sebbene le file di emigranti non si siano ancora allineate alle frontiere, alcuni esperti prevedono una nuova ondata di deflusso della popolazione dalla Russia. Forse la mancanza di una reazione di massa è spiegata dal fatto che ci sono rimaste poche persone pronte a partire. Tutti coloro che potevano hanno lasciato il Paese l’anno scorso e l’istituto russo di statistica Rosstat riporta informazioni secondo cui il numero di russi sotto i 35 anni che lavorano è sceso a un minimo storico.

Sullo sfondo di tutto questo, i media federali sono sospettosamente silenziosi. Forse il fatto è che, secondo fonti del sito russo di opposizione Meduza, la legge è stata avviata dal ministero della Difesa, e quindi il Cremlino e i propagandisti non hanno avuto il tempo di “preparare l’opinione pubblica” alle nuove regole: i media filogovernativi hanno ricevuto “raccomandazioni” su come coprire le nuove norme solo il giorno delle votazioni. Le fonti al potere di Meduza suggeriscono anche che la legge potrebbe “influenzare negativamente” l’immagine delle autorità, e dubitano che la propaganda sarà in grado di mitigare lo shock di quanto sta accadendo.