La tendenza a ragionare, nell’automotive design, in termini di veicoli che siano sempre più human-centric – ovvero che mettano al centro la persona, con le sue necessità – prende forma e corpo con la tecnologia plug&play TUC 3.0.

A svilupparla è stata l’azienda italiana TUC Technology, che ne ha appena presentato la versione industrializzata, in anteprima mondiale. Per la torinese TUC Technology, ripensare i veicoli – e non solo – in ottica human-centric significa consentire una personalizzazione totale della stessa architettura, sviluppando soluzioni interne modulari che interagiscano direttamente con le forme esterne.

Si concretizza tutto in TUC 3.0, un dispositivo che consente di inserire componenti diversi (possono essere i sedili, può essere lo sterzo o la plancia, il tunnel con i comandi e così via) internamente al veicolo, adattando tutto agli spazi di cui si ha bisogno, e facendoli integrare con l’esterno attraverso il sistema plug&play.

Alla base di questa tecnologia ci sono 3 elementi fondamentali delle interfacce veicolo: il fissaggio strutturale meccanico plug&play e multimodale (che permette un fissaggio in 4 posizioni diverse a 360°), l’elettricità per il funzionamento dei dispositivi e la connettività, per lo scambio dati tra dispositivi e veicolo ma anche all’esterno.

Il sistema Hyperboards System, invece, permette di gestire la distribuzione dell’elettricità sia a basso voltaggio che ad alto voltaggio, e la connessione dati attraverso una Ethernet automotive grade.

Per presentarla, TUC ha inserito questa tecnologia all’interno di due prototipi combinati con 5 dispositivi plug&play, sviluppati insieme a diversi partner tra cui Samsung Knox (per l’interfaccia di controllo dei dispositivi), EMA Global Engineering, Adient e anche Lavazza.

Il primo concept si chiama TUC.nest e rappresenta la “bolla mobile TUC”, ovvero un esempio di combinazione di spazi e proporzioni dei veicoli del futuro: il concept è costituito di fatto da 13 connettori universali che possono essere spostati in senso longitudinale e trasversale (e coperte, se inutilizzate), per poter modulare al meglio i propri spazi con l’aggiunta di nuovi componenti, appunto.

Nella dimostrazione in anteprima, la TUC.nest ha accolto nuovi sedili, una nuova plancia e addirittura una macchina del caffè Lavazza, perché “per noi italiani, fare conversazione è molto importante mentre ci spostiamo” ha spiegato Ludovico Campana, CEO e fondatore dell’azienda, mostrando l’installazione di una macchina per espresso all’interno della TUC.nest.

Il secondo prototipo, invece, è una citycar in movimento, al cui interno sono presenti due plug più piccoli (“plug_mini”), che mostrano l’adattabilità di questa tecnologia anche a veicoli già esistenti: un esempio è un sistema di cockpit digitale che può essere integrato con il plug&play di TUC e permettere di guidare da entrambi i lati, invertendo il guidatore con il passeggero in un attimo.

“Con TUC.technology i costruttori di veicoli potranno fronteggiare il cambio di paradigma della mobilità, con una soluzione pensata per semplificare sia la parte di sviluppo, sia quelle di ingegnerizzazione e quella di produzione” ha spiegato Campana, dando poi una definizione di approccio human-centric allo sviluppo industriale della mobilità molto chiaro: “non sarà più l’utilizzatore a seguire il ciclo vita del veicolo, ma il veicolo potrà assecondare il “ciclo vita” del suo utilizzatore ed adattarsi alle sue mutate esigenze”.

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