Tre serenate in tre città d’arte come Venezia, Firenze e Napoli. Blanco per lanciare il secondo album “Innamorato” ha deciso di suonare per strada con Michelangelo per dedicare ai passanti alcuni dei brani inediti del disco. Le immagini sono state immortalate dal regista Pepsy Romanoff (lo stesso di Vasco Rossi) per un docu-film che andrà in onda prossimamente (probabilmente su Prime Video) e che racconterà il making of di “Innamorato”, compreso il viaggio in Bolivia dove è nato lo scatto della copertina del disco con Blanco in mutande nel deserto Salar de Uyuni. Tra le canzoni del disco spiccano il duetto nonché il nuovo singolo “Un briciolo di allegria” con Mina (il video raffinato in bianco e nero è un chiaro omaggio ad Alfred Hitchcock), l’intensa “Lacrime di piombo”, ma anche “Giulia”, “Innamorato” e “Scusa”. Due gli appuntamenti Live: martedì 4 luglio allo Stadio Olimpico di Roma e giovedì 20 luglio allo Stadio San Siro di Milano. “Questo lo considero un disco di transizione – ci racconta Blanco a Napoli – ed è quello che volevo far uscire in questo momento. Non lo ritengo però al pari di ‘Blu Celeste’ perché nel mio primo album ci sono cose che mi rappresenteranno per sempre”. In questo incontro c’è un elemento che emerge prepotente: la disarmante sincerità e l’assenza di filtri.
Come è nata la collaborazione con Mina?
Ho sempre sognato di collaborare con lei perché per me è un idolo. La premessa delle mie collaborazioni è che voglio condividere la musica con le persone con cui so che ci potrebbe essere un bello scambio e un qualcosa di artisticamente valido. Un giorno ero in riunione nella mia casa discografica Universal e stavamo ascoltando dei brani. Avevamo una prima versione di questa canzone che però mi faceva cagare, ma i discografici dicevano che era bella. E qui devo specificare una cosa…
Cosa?
Quando c’è una canzone che a me non piace, ma che invece viene promossa dai discografici ha sempre successo (ride, ndr). Comunque a quel punto abbiamo pensato a una collaborazione e ho sparato il nome di Mina. Mi hanno quasi tutti mandato a quel paese. Ma Paolo Zanotti (A&R Manager di Island Records, ndr) ha mandato una mail a Massimiliano Pani e da lì ci siamo ritrovati in studio a Lugano.
L’hai incontrata?
No, abbiamo registrato in due momenti diversi, ma meglio così. Sono della scuola di pensiero che è meglio non conoscere i propri miti. Comunque suo nipote mi ha raccontato che lei è sul pezzo per quanto riguarda le mie cose: la prima volta che mi ha ascoltato è stato quando il nipote le ha girato su Whatsapp la versione acustica di ‘Notti in bianco‘, che le è piaciuta moltissimo.
E quando avete finito il pezzo, qual è stata la tua reazione?
Ricordo che ero in hotel a Milano e stavo andando in bagno. Paolo mi ha mandato il brano e mi sono bloccato tutto (ride, ndr). Ricordo che a Michelangelo ho detto per diversi minuti, ripetendo quasi come fossi incantato: ‘Non è vero, non è vero, non è vero’.
“Anima tormentata” racconta il tuo essere in bilico tra razionalità ed istinto. Come è accaduto a Sanremo con le rose calpestate. Cos’è accaduto?
Già durante le prove de ‘L’isola delle rose‘ avevo segnalato che c’erano stati dei problemi tecnici audio. Cosa che non si è verificata con ‘Brividi‘ che, in effetti, ho cantato senza problemi, anche se lì all’inizio ho sentito qualcosa.
Ma avevi segnalato il problema durante la diretta?
Subito all’inizio. Ho tolto pure le cuffiette, non sentivo la mia voce, non c’erano gli speaker direzionati verso il palco, c’era solo il rimbombo dalla sala in ritardo di due secondi. quindi o vai fuori tempo o non senti. A quel punto mi sono incazzato, anche se dovevo fare già quel tipo di esibizione, dovevo spaccare la rose, anche se non così, poi la situazione è scivolata di mano. Ho fatto cenno ben quattro volte che c’erano problemi. Solo che questa cosa non l’hanno detta perché sono paraculi. Loro ti dicono ‘eh ma bastava alzare la mano’, ma non è vero.
Perché?
Perché ci sono dei tempi televisivi che vanno rispettati. Ho chiesto comunque scusa con una canzone, ‘Sbagli‘ (non è stata inserita nel disco, ndr) per quello che ho fatto verso tutte le persone che si sono offese. Ma la verità è anche che in tv non puoi essere te stesso. Non ho ammazzato nessuno, ma ti dicono che hai creato danni morali alle persone. Addirittura si è parlato di detenzione da uno a cinque anni (in merito all’indagine della Procura di Imperia, ndr). Alla fine se succedesse davvero questa cosa, sarei contento perché almeno la gente vede quanto siamo indietro su questa cosa politicamente.
Come mai tutto questo caos, generato dalle rose calpestate?
Ma non è stato quello. Escludendo Amadeus che con me è stato molto buono e comprensivo, in tanti hanno giocato su questa cosa perché ha fatto hype. Ci hanno marciato sul fatto che si buttasse mer*a su un ragazzo di 20 anni.
“Lacrime di piombo” parla del dolore di perdere qualcosa di importante. Cosa ti ha ispirato questo brano?
La paura dell’essere abbandonato dalla persona che amo.
Hai paura di rimanere da solo?
Moltissimo. Ho bisogno di qualcuno con cui condividere le mie emozioni ed il mio percorso. Quando sono solo preferisco mettermi a scrivere canzoni.
“La mia famiglia” rappresenta il porto sicuro dove rifugiarsi nei momenti no. Hai avuto down dovuti al successo?
Mi sono sempre piaciute le cose semplici, preferisco fare le cose in tranquillità, anche solo andare in giro per mercatini. I soldi ti levano i vizi, ma non puoi stare li ad aspettare che arrivi la felicità. Perché non funziona così. È una cosa che ho scoperto dopo il successo.
Cos’è il successo per te?
Se avessi potuto far successo senza rottura di coglioni sarebbe stato incredibile. Il successo, in realtà, è composto da tante piccole cose. Capisco che una persona da fuori possa non saperlo o capirlo. Ma anche una esibizione a Sanremo è una cosa che si prepara mesi prima, c’è tanto lavoro dietro, c’è una band, tante persone che lavorano attorno a te. A me basta vivere di piccole cose e farle bene.
E la popolarità come la vivi?
Amo se qualcuno mi ferma e mi dice ‘ehi ciao, facciamoci una bevuta’. Non mi piacciono, invece, quelli che ti fanno i video di nascosto mentre dici o fai una cosa sbagliata per poi finire tra le polemiche.
“Giulia” è dedicata alla tua ex. In che rapporti siete rimasti?
Non ci sentiamo, anche perché la mia fidanzata… (ride, ndr) Scherzi a parte, è dedicato a quel periodo in cui quando ci siamo mollati molti giornalisti – alcuni sono dei figli di put**ana – le hanno messo in bocca parole non vere pur di uscire sui giornali. Lei stessa era in difficoltà e ne abbiamo pure parlato.
È vero che sei scaramantico?
Ho i miei trip da mega scaramantico. Ci sono cose che faccio ancora oggi ma che non posso rivelare.
Qualcuna però puoi dircela!
In passato, prima di andare a dormire, andavo alla finestra gridando per nove volte ‘no’. Per me era un modo per togliermi di dosso le negatività e infatti dormivo sereno. Poi al risveglio mandavo tre baci alla finestra.
Credi in Dio?
Ho tutta una mia fede nella testa e certamente credo in qualcosa di superiore a tutti noi, non mi definisco cristiano però.
Cosa rispondi a chi ti critica, dicendo che non hai tecnica nel canto?
Sicuramente ci sono 200 milioni di persone che cantano meglio di me, ma io penso sempre che dipende come le canti le cose e come le interpreti. Devi trasmettere qualcosa. Ci sono bravissimi cantanti in Italia, dal punto di vista tecnico, ma non trasmettono nulla.
Hai mai pensato, un giorno, di affidarti ad altri produttori oltre a Michelangelo?
A me piace molto sperimentare e qualsiasi cosa io decidessi di fare di nuovo, a livello di produzione, avverrà piano piano con una transizione graduale.
Qual è la tua missione?
Il mio obbiettivo rimane sempre quello di parlare a più persone possibili della mia musica. Non vorrei mai però che questa meta mi portasse ad essere infelice. Perché comunque io sceglierei sempre di essere felice, anche a discapito della musica.
Hai mai detto dei no?
Sì. Ho detto dei no a collaborazioni e ad altre cose.
Poni dei limiti alla tua espressione artistica?
Di base no. C’è da dire però che in Italia se fai una cosa diversa non viene capita. Ci sono degli standard da rispettare, ad esempio il ritornello aperto che cantano tutti e i bridge emozionanti. Alcune cose non le faccio e mi fermo prima perché capisco che non verrebbero capite nemmeno dalla mia famiglia e non sarebbero trasmesse in radio. In più non rischio perché so costruendo piano piano una mia credibilità con un percorso di crescita. Dunque se, un giorno, ad esempio volessi fare hip hop lo farei dopo un percorso ben definito.
Come mai hai presentato ‘Innamorato‘ in tre città d’arte Venezia, Firenze e Napoli?
Mi volevo ubriacare per poi andare a cantare (ride, ndr). Scherzi a parte. Il concetto era quello di fare serenate romantiche al piano o alla chitarra, proponendo alcuni pezzi del mio disco.
Hai mai fatto una serenata?
Sì. È successo quattro anni fa a Sirmione. C’era un mio amico che voleva provarci con delle tipe. Così ci siamo messi a cantare ‘Abbronzatissima‘ sotto il balconcino, della casa dove alloggiavano le ragazze, con una chitarra che ci aveva prestato il ristoratore lì vicino.
Com’è andata?
Direi piuttosto bene (sorride sornione, ndr)
(Photo credits Chilldays)