Televisione

Ci Vuole un Fiore, Francesco Gabbani torna su RaiUno con uno show sulla natura: “Sono contrario agli atti di vandalismo degli attivisti, ma un cambiamento è necessario”

Tra gli ospiti delle due puntate: Roberto Vecchioni, Stefania Sandrelli, Levante, Giusy Buscemi, Alfa, Ornella Vanoni, Mr Rain e Francesco Arca. Presenze fisse Mario Tozzi e Nino Frassica

di Andrea Conti

Francesco Gabbani torna su Rai Uno, stasera e il 21 aprile in prima serata, con “Ci vuole un fiore”, il varietà sull’ecosostenibilità. Il brano portante dello show è il nuovo singolo “L’abitudine” “un invito a riappropriarci della nostra vita, schiava del consumismo”. Tra gli ospiti delle due puntate: Roberto Vecchioni, Stefania Sandrelli, Levante, Giusy Buscemi, Alfa, Ornella Vanoni, Mr Rain e Francesco Arca. Presenze fisse Mario Tozzi e Nino Frassica. Il 3 giugno Gabbani sarà agli Arcimboldi di Milano per ricordare Enzo Jannacci nello show “Jannacciami!”, mentre il 9 settembre un grande concerto-evento per festeggiare il compleanno dell’artista della sua Marina di Carrara.

Ci sono delle differenze rispetto alla prima edizione di “Ci vuole un fiore”?
Sicuramente la prima differenza è eclatante: quest’anno sono completamente da solo alla conduzione di questo show.

In effetti non c’è con te Francesca Fialdini, che ti ha affiancato lo scorso anno. Perché?
La Rai ha riconosciuto in me le capacità di reggere uno show da solo, quindi si è sviluppata attorno alla seconda edizione del programma il one man. Io avrei voluto coinvolgere Francesca, ma lei era anche impegnata in altri progetti tv.

Cosa vedremo?
Un’altra differenza sostanziale, rispetto allo scorso anno, è il tentativo di creare un equilibrio tra il varietà e la divulgazione ambientale, facendo perno sull’aspetto emotivo e sentimentale. Insomma la lancetta va sulla componente dell’intrattenimento, rispetto a dati tecnici e numerici.

Come si coniugano i sentimenti e l’intrattenimento con la natura?
Parte tutto anche dalla mia percezione, dal momento che ho un rapporto davvero speciale con la natura e ho da sempre un’anima ecologista. Quando ami qualcuno te ne prendi cura e ti viene naturale. Quindi vorrei arrivare alle coscienze di chi ci guarderà per colpire i sentimenti. Così come si ama un essere umano, si può amare quello che ci circonda. Parte tutto dalla coscienza individuale.

Milano, Firenze e Roma sono alcune delle città, in cui hanno agito gli attivisti di Ultima Generazione. Che ne pensi della loro protesta?
Sono molto lontano da quel modo di far sentire la propria voce e da quel tipo di manifestazione perché rispecchia un modo di porsi ben lontani dal mio vedere delle cose. Sono, da sempre, un sostenitore della protesta fatta sottovoce. Non si possono cambiare le cose andando a rovinare qualcosa di bello. È un controsenso e non serve a nulla. Insomma non sono per la violenza né il vandalismo.

In Europa si è deciso che nel 2035 stop alla vendita di auto a benzina e diesel. L’Italia si è astenuta. Ti ha stupito questa presa di posizione?
Spero sia una astensione che porti a una posizione radicale favorevole. È un provvedimento importante e credo sia importante eliminare i motori a combustibile fossile a favore di quelli elettrici. Stiamo facendo passi da gigante in questo senso, anche con lo smaltimento delle batterie o la discussione attorno alle centrali elettriche. Insomma bisogna evitare di pensare che la transizione ecologica si contrapponga ai meccanismi che reggono l’economia. Siamo tutti consapevoli che è difficile cambiare da un momento all’altro, ma è altrettanto vero che è necessario e fondamentale. Sono percorsi lunghi e doverosi.

Il tuo nuovo brano “L’abitudine” è un invito a riappropriarci delle nostre vite. Cosa hai notato della società di oggi?
Che siamo rimasti incastrati dentro l’idea che la felicità sia legata necessariamente al possesso materiale e all’emulazione degli altri. Questo comporta il credere che il possedere cose materiali dia uno status superiore dall’ultimo modello dello smartphone agli occhiali da sole alla moda. Quindi siamo tutti ingabbiati in questo meccanismo illusorio che segna confini non veritieri sull’idea di felicità.

Cos’è per te la felicità?
Ne parleremo anche nel programma. Il mio punto di vista è che è legata ai valori autentici e al comportamento degli altri. La percezione di essere parte della natura e che questo, da solo, appaghi del tutto. Sarà che vivo ed ho vissuto immerso nella natura, quindi ho questa percezione legata all’ambiente.

Questo singolo spiana la strada al tuo prossimo disco?
Ci sono canzoni in cantiere però l’identità di un disco nel futuro prossimo non c’è. Non ne ho idea, quello che so per certo è che voglio procedere senza fretta e con molta serenità.

In molti pensavano che saresti stato in gara a Sanremo 2023. Cos’è successo?
Ho preferito dedicarmi alla progettualità del programma che è stato ed è un grande impegno. A Sanremo ci tornerei sempre, ma solo a patto di avere la canzone giusta. Non mi piace l’idea di sprecare una grande occasione.

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