Il Def firmato da Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti smentisce non solo la linea del governo sui migranti, ma pure quella sull’evasione fiscale. Come è noto la premier e il viceministro con delega al fisco Maurizio Leo amano ripetere che il lavoro fatto in questi anni è stato del tutto inutile e “una lotta efficace nel corso del tempo non c’è stata”. Ma il documento che è la cornice macroeconomica della legge di Bilancio dice tutt’altro. Citando l’ultima Relazione sull’economia non osservata e l’evasione, spiega che “si evidenzia una dinamica di netto miglioramento della tax compliance, confermando l’efficacia delle azioni di contrasto all’evasione fiscale adottate negli anni più recenti, soprattutto con riferimento all’introduzione ed estensione del meccanismo di split payment e della fatturazione elettronica obbligatoria“. Contro la quale Meloni si è strenuamente battuta sostenendo che sarebbe stata “una enorme perdita di tempo per chi lavora” e “un ulteriore passo verso il Grande fratello fiscale“. E sottolinea i vantaggi dell‘aumento delle transazioni elettroniche, in evidente contrasto con il (fallito) tentativo fatto lo scorso anno di alzare la soglia sotto la quale scattano le sanzioni per gli esercenti che non accettano pagamenti con il pos.

Un focus dedicato, a pagina 135 del Programma di stabilità che è la prima sezione del Def, ricorda che “tra il 2015 e il 2020 il tax gap (cioè la differenza tra gettito atteso in un mondo senza evasione e gettito effettivo, ndr) si è ridotto di circa 16,3 miliardi (circa il 17 per cento), di cui 15,9 miliardi relativi al recupero di entrate tributarie”. Il 2020 come è noto è stato un anno particolare, influenzato in tutte le dinamiche dall’emergenza pandemica. Ma anche prendendo il biennio 2018-2019 emerge “un notevole miglioramento della tax compliance rispetto al 2017, con una riduzione dell’evasione tributaria pari complessivamente a 8,8 miliardi (-9,2 per cento), di cui circa 5,2 miliardi nel 2018 e circa 3,6 miliardi nel 2019”. Questo soprattutto grazie alla riduzione del gap Iva, mentre la propensione a evadere dei lavoratori autonomi – ora nuovamente beneficiati dall’allargamento della flat tax – è in costante e preoccupante aumento.

Non significa ovviamente che il problema sia risolto, tutt’altro: occorre fare molto di più sfruttando pienamente gli strumenti più avanzati di analisi e incrocio dei dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, per selezionare i contribuenti a rischio da sottoporre a controlli. Come del resto il Mef di Giorgetti si è impegnato a fare confermando la linea del governo Draghi e rinnegando gli attacchi pre elettorali della destra alla strategia di contrasto basata sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Ma resta il fatto che il trend positivo c’è e “risulta confermato dalla propensione al gap delle entrate tributarie, ossia dal tax gap in percentuale dell’imposta che si potrebbe teoricamente riscuotere nel caso di perfetto adempimento da parte dei contribuenti. Nel periodo 2015-2020 la propensione al gap è diminuita dal 21,1 per cento al 17,8 per cento (-3,3 punti percentuali), mostrando un significativo miglioramento soprattutto nel triennio finale”.

Per il futuro, continua la seconda parte del focus, il governo “è impegnato a perseguire ambiziosi obiettivi di riduzione del tax gap previsti dal Pnrr”. Per farlo, ricapitola il Tesoro, sono già state messe in pratica diverse proposte contenute nella Relazione per orientare le azioni del Governo volte a ridurre l’evasione fiscale dovuta alla omessa fatturazione. Di cui salta all’occhio il contrasto con le posizioni espresse dalla maggioranza. Si va infatti dall’anticipo dell’applicazione delle sanzioni per mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte (quelle che il governo Meloni voleva depotenziare) all’estensione dell’obbligo della trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti e dell’importo complessivo delle transazioni giornaliere. Novità che insieme all’obbligo di fatturazione elettronica anche per chi ha aderito alla flat tax “consentiranno all’Agenzia delle entrate di utilizzare i dati delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici trasmessi dagli esercenti attività di commercio al dettaglio incrociandoli con i dati dei Pos” per poi utilizzare le eventuali discrepanze per “sviluppare processi di analisi del rischio e predisporre lettere di compliance da inviare agli operatori”. L’aumento del numero delle operazioni commerciali regolate mediante transazioni elettroniche, sottolinea il Def, potrà amplificare “l‘effetto di deterrenza“. E c’è spazio anche per la contestata – dalla premier – lotteria degli scontrini: si evocano nuovamente “interventi normativi volti a migliorare il funzionamento”, tra cui le mini vincite istantanee. Interventi di cui si parla da tempo ma che finora non sono stati tradotti in pratica.

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