È stata eseguita l’autopsia sul corpo di Julia Ituma, la 18enne pallavolista azzurra di Novara morta giovedì dopo esser caduta dalla finestra della sua camera d’albergo, dove era in ritiro con la sua squadra. Per gli esiti degli esami, che dovranno anche essere tradotti in italiano, serviranno alcun giorni. La salma di Ituma rientrerà in Italia nei prossimi giorni e i funerali si svolgeranno lunedì o martedì pomeriggio nella parrocchia San Filippo Neri di Milano, nel quartiere della Bovisa, dove la giovane pallavolista era cresciuta.

La madre, Elizabeth Ituma, dopo essere arrivata giovedì sera a Istanbul sta tornando in Italia. La donna ha avuto un colloquio con Repubblica, nel quale ha spiegato: “Era così forte, la mia ragazza, che non posso credere che si sia voluta buttare da una finestra. E poi qualcuno mi ha detto che era un balcone, insomma io voglio vedere con i miei occhi, i documenti, il posto. E Julia”. Una ragazza, ha sottolineato, “molto forte, non solo in campo”. A 17 anni era in Serie A: “Aveva il successo nelle mani”, ha spiegato la donna.

La ricostruzione delle ultime ore prima del volo dal balcone sono ancora confuse e da ricostruire nei dettagli. Secondo le indagini della polizia turca, al lavoro per capire la dinamica e le motivazioni legate alla morte della promessa del volley azzurro, Ituma avrebbe scritto alle sue compagne e all’allenatore un messaggio di “addio” nel gruppo WhatsApp della squadra. Una ricostruzione “categoricamente smentita” dall’Igor Gorgonzola Novara. Nello stesso comunicato è annunciata anche la smentita dell’esistenza di un fidanzato o amico che avesse chiesto alle compagne di squadra di stare vicino a Julia, motivandolo con la tristezza della ragazza.

“Chiediamo una volta di più di rispettare il dolore di squadra, staff tecnico e societario, ricordando che in questo momento tutte le persone vicine a Julia sono a loro volta distrutte”, si legge ancora nella nota. La società chiede inoltre di “tutelare tutte le persone sopracitate, impedendo che illazioni di sorta possano essere effettuate nei commenti” sui siti delle testate e sugli account social collegati. In una nota congiunta, le giocatrici della Igor hanno sottolineato: “Avremmo tanto voluto che Julia condividesse con noi il suo dolore, perché nella vita come nello sport qualsiasi ostacolo diventa più facile da superare se lo si affronta assieme, come una squadra. Non riusciamo a capacitarci dell’accaduto, non riusciamo a farcene una ragione”. Ad avere in mano il telefono cellulare della giovane è la polizia turca, che avrebbe intanto chiuso le indagini. Secondo il quotidiano turco Hürriyet la polizia avrebbe valutato l’incidente come un suicidio.

“Nulla ha mai anche solo lasciato presagire che una cosa del genere potesse accadere, altrimenti – hanno aggiunto – saremmo intervenute per tempo, sostenendoci come siamo abituate a fare ogni qualvolta qualcuna di noi si dovesse trovare in difficoltà”. È “scontato quanto vero dire oggi che siamo distrutte – affermano ancora le compagne di squadra della giovane pallavolista – e che non c’è minuto in cui ognuna di noi non si chieda il perché di quanto accaduto o non ripensi a come le cose sarebbero potute andare diversamente, se solo si fosse confidata con noi”.

La pallavolista, tornata in albergo dove alloggiava con tutta la squadra in trasferta a Istanbul per una gara di Champions League di volley, ha parlato al telefono nel corridoio del suo albergo tra le 22.49 e le 23.30 come riportano vari video dei media turchi. Ituma, che è rimasta seduta a terra di fronte alla sua stanza per circa un’ora, è apparsa pensierosa, ed è poi entrata nella sua stanza. La sua compagna di stanza, la spagnola Lucia Varela Gomez, è rimasta scioccata dall’accaduto e ha dichiarato: “Abbiamo parlato fino all’1.30. Poi ho dormito. Sono stata informata che era caduta la mattina”.

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