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Madonna di Trevignano, “preti 007 infiltrati dal Vaticano tra i seguaci di Gisella Cardia”. Poi la rivelazione: “Il sangue non è di maiale ma della veggente”

A rivelarlo è Il Messaggero, che riferisce nuovi dettagli sulla vicenda delle presunte lacrimazioni della Madonna di Trevignano Romano

Nientemeno che dei sacerdoti “007” mandati dal Vaticano per infiltrarsi tra i fedeli seguaci di Gisella Cardia, la sedicente veggente di Trevignano Romano. A rivelarlo è Il Messaggero, che spiega come questi emissari abbiano fatto “domande come semplici curiosi o persone in attesa di una grazia o di un miracolo”. “Chi li ha visti operare ricorda che ‘erano in cinque o sei’, tutti in borghese”, si legge sul quotidiano romano. E ancora: “Erano preti, 007 inviati da Roma per capire che cosa accade davvero ogni 3 del mese nel campo di via Monticello”, il luogo dove, dal marzo del 2016, una statuetta acquistata a Medjugorje dalla presunta veggente Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, piangerebbe lacrime di sangue. Gli emissari sono arrivati nel comune laziale ad inizio mese, proprio per assistere al “miracolo” in programma il 3 aprile.

Top secret, al momento, le loro conclusioni, ma a giorni è atteso invece un primo parziale esito dell’indagine condotta dalla Diocesi di Civita Castellana, competente per il territorio: come si legge sul Messaggero, il “Vaticano segue con la massima attenzione la vicenda e potrebbe presto convocare il vescovo a San Pietro“. Non solo: nei giorni scorsi Gisella Cardia è stata ospite di Bruno Vespa a “Cinque Minuti” su Rai 1 e, replicando alle accuse che le sono state mosse, ha detto che già nel 2016 i carabinieri del Ris avevano analizzato le lacrime della Madonna di Trevignano, sostenendo di non aver mai saputo nulla dell’esito di quegli esami. Ma le cose non sembrano stare proprio così: sempre il quotidiano romano rivela infatti che all’epoca i Ris arrivarono alla conclusione che “il Dna fosse compatibile con quello della Cardia. Poi il caso fu archiviato dal momento che non si poté contestare alcun reato preciso”.