Ieri sera Chloé Bertini, attivista di Ultima generazione, è stata ospite a Piazzapulita, il talk show condotto da Corrado Formigli su La 7. Non è la prima volta che la tv generalista dà spazio e voce “in presenza” alla rappresentante del movimento ambientalista, ma le occasioni in cui è accaduto si contano sulle dita di una mano. Bene: a furia di azioni tanto spettacolari quanto incomprensibili per la maggioranza delle persone, Ultima generazione sta riuscendo un po’ alla volta ad attirare l’attenzione mediatica su di sé. Un’attenzione necessaria – in questo sono d’accordo con loro – per far crescere il movimento e avere qualche speranza che la stessa attenzione si sposti, finalmente, dalle azioni spettacolari agli obiettivi lungimiranti che le muovono.
Propongo qualche considerazione sul rapporto che finora c’è stato fra Ultima generazione e le testate giornalistiche mainstream. Poiché infatti prevedo che l’attenzione mediatica crescerà, una prima riflessione sui rischi che comporta può essere utile.
L’aggressività. È sconcertante la rabbia che scagliano contro questo movimento intellettuali, opinion leader, giornalisti e politici bipartisan (uso il maschile non a caso, perché sono in maggioranza uomini). Cacciari ha dichiarato “gli farei un TSO” (il trattamento sanitario obbligatorio che si fa in casi estremi a chi ha seri problemi psichiatrici). Renzi e Salvini li hanno entrambi liquidati come “vandali”, mentre Calenda ci è andato più pesante, definendoli “imbecilli” e altrettanto ha fatto il giornalista Borgonovo proprio ieri sera, parlando di “demenza incivile”. Potrei continuare, ma non lo faccio perché mi renderei complice di una volgarità da cui invece voglio stare lontana.
Il paternalismo e maternalismo. Non mi piace nemmeno l’atteggiamento degli opinionisti e delle opinioniste, dei giornalisti e delle giornaliste, dei politici e delle politiche (stavolta uso maschile e femminile, perché in questa posizione ci sono più donne) che si sono messi nella posizione, se non di accettare e condividere ciò che Ultima generazione fa, perlomeno di ascoltarli, nel tentativo (almeno dichiarato) di comprendere le loro ragioni e i loro obiettivi. Ieri sera Formigli si è messo addirittura la veste di padre letterale, cominciando l’intervista a Chloé Bertini con “Posso darti del tu? Hai quasi l’età di mia figlia” (falso: le sue figlie sono adolescenti, mentre Bertini è una giovane donna). Ma purtroppo anche la giornalista Valentina Petrini e il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, pur mettendosi dalla parte di Ultima generazione, lo facevano con toni da “sorella maggiore” nel caso di Petrini e con paternalismo pieno nel caso di Bonelli.
Fra l’altro, va notato che aggressività e paternalismo sono i due poli fra cui si oscilla sempre, sui media e nelle varie sedi politiche, quando si parla di Ultima generazione, anche quando – finora nella quasi totalità dei casi – nessuno del movimento è presente per interloquire, rispondere, dire la sua.
Inoltre, va notato che solo in apparenza l’aggressività è il nemico più duro da sopportare e da battere. Infatti, se l’aggressore (uso il maschile non a caso) è particolarmente feroce o sciocco o viscido (o tutte e tre le cose), la battaglia può essere vinta da chi subisce l’aggressione e le simpatie del pubblico possono crescere in direzione del movimento.
Infine, va notato che solo in apparenza il paternalismo è più facile da smontare o meno duro da sopportare di quanto lo sia l’aggressività. Persino chi si dice pienamente d’accordo con gli obiettivi di Ultima generazione, infatti, di solito si premura, nel dichiararlo, di aggiungere subito – paternalisticamente – qualche spiegazione, qualche dato, qualche riferimento più o meno scientifico per integrare, correggere, far comunque sapere che ne sa di più e marcare chi sta sopra (lui) e chi sotto (loro). Perché “sono ragazzi” e vanno guidati, accidenti. Perché “anch’io da giovane”, accidenti.
Difficile non cadere nella trappola di chi ti blandisce ripetendo che è d’accordo con te e offrendo attenzione mediatica e/o sostegno politico, ma un attimo dopo si posiziona top-down. Non a caso ieri Bertini non è riuscita a dire no alla richiesta del “tu”, mentre è stata bravissima nel reggere l’aggressività di chi l’attaccava, senza perdere il turno di parola e alzando la voce quando necessario. Andare sui media è difficile, insidioso, pieno di trappole, stancante. Gli attivisti e le attiviste di Ultima generazione hanno studiato e sanno studiare. Studieranno anche questo, spero.