Società

Madonna di Trevignano, alla fine la colpa è di quei cattivoni dei giornalisti

La novità che riguarda l’ormai famigerata e discussa vicenda delle presunte apparizioni della Madonna di Trevignano Romano è che la sedicente veggente Gisella Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla, ha lasciato la propria abitazione sulle rive del lago di Bracciano e, al momento, risulta irreperibile. Sul suo sito compare l’avviso che Gisella non è più disponibile agli incontri con i fedeli fino a data da destinarsi e l’unico rappresentante del mondo dell’informazione con il quale ha accettato di parlare è Bruno Vespa, che nel corso della trasmissione “Cinque Minuti” ha raccolto lo sfogo della veggente e di suo marito che lamentano di essere vittime di una diabolica persecuzione mediatica.

Insomma alla fine la colpa è di quei cattivoni dei giornalisti che inventano bugie sul suo conto facendola passare per una truffatrice che approfitterebbe della credulità di centinaia di persone pronte a donarle anche cospicue somme di denaro per allestire l’area dove fino a qualche giorno fa lei e i suoi seguaci si radunavano, ai piedi di una grande statua della Vergine, riproduzione di quella più piccola che nel suo salotto lacrimerebbe sangue e le rivelerebbe messaggi dal contenuto minaccioso e apocalittico. Ma la realtà pare proprio essere un’altra e la domanda che io stessa avevo rivolto invano alla signora Cardia e al consorte durante una visita alla famosa collina delle apparizioni oggi finalmente ha una risposta.

Contrariamente a quanto mi aveva riferito un seguace della veggente che ha voluto, guarda caso, rimanere anonimo, la diocesi di Civita Castellana, su iniziativa del nuovo Vescovo Marco Salvi, non solo ha avviato una commissione di indagine, ma starebbe per pronunciarsi in senso negativo affermando che nei fenomeni analizzati non ci sarebbe nulla di soprannaturale. Se la notizia verrà confermata nei prossimi giorni, non sarà più nemmeno necessario raccogliere altri campioni di sangue dalle presunte lacrime della statua o appurare la veridicità di fenomeni come la presunta comparsa sulle mani di Gisella Cardia di quelle che lei afferma essere stigmate.

In concomitanza con le indagini portate avanti dall’autorità ecclesiastica vi sono anche quelle scaturite da alcune denunce con tanto di documentazione presentata alla Guardia di Finanza di Colleferro e la richiesta di sequestrare i conti correnti della Onlus che fa capo a Gisella Cardia, dato che alcuni cittadini avrebbero versato ingenti somme di denaro credendo nella buona fede della veggente e ora si sentono truffati. Le donazioni ammonterebbero ad alcune migliaia di euro fino a toccare 19.000 euro nel 2020, 25.000 euro nel 2021 e addirittura 123.000 euro, elargiti dal signor Luigi Avella che ha dichiarato pubblicamente di essersi ricreduto sulla reale destinazione di quel denaro, che non è stato impiegato per attuare lavori nel luogo dei raduni dei fedeli né tantomeno per opere benefiche.

Se la magistratura deciderà di andare a fondo della vicenda, bisognerà appurare quanto ci sia di spontaneo in queste donazioni di denaro e quanto non possa essere riconducibile a reati come il plagio e la manipolazione psicologica – o condotte depenalizzate ma ai limiti della legalità come lo sfruttamento della credulità popolare. Dato che questi fenomeni e presunte apparizioni non sono un avvenimento recente ma continuavano a verificarsi a partire dal 2016, viene da chiedersi come mai solo oggi la diocesi competente abbia deciso di vederci chiaro, dato che un’indagine da parte della Procura era già partita ma era stata archiviata qualche anno fa.

La risposta probabilmente dovrebbe essere cercata nel comportamento del Vescovo che aveva preceduto quello attuale, ovvero Monsignor Romano Rossi, che non solo non aveva opposto un divieto ai raduni di pellegrini che sostenevano di aver visto lacrimare la statuetta della Vergine venuta in contatto con la veggente ma, addirittura, come si può vedere in un video che circola su Youtube, aveva avallato l’operato della Cardia invitandola a recitare il rosario in una chiesa, permettendole di diffondere i presunti messaggi della Madonna dall’altare e impartendo egli stesso la benedizione ai presenti nell’atto di reggere tra le mani la statuetta dalle lacrime sospette.

Un comportamento certamente discutibile di cui Monsignor Rossi dovrebbe rendere conto non solo all’autorità ecclesiastica, ma anche alle tante persone che probabilmente avevano deciso di dare la propria fiducia alla veggente proprio dopo averla vista al fianco di un ministro di culto riconosciuto dalla Chiesa.