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Creme ‘miracolose’ suggerite sui social, la dermatologa mette in guardia: “Vi distruggete la barriera cutanea, è un mondo pericolisissimo”

Le parole della dottoressa Mordente (e qualche suggerimento in vista dell'estate)

di Paolo Aruffo

Quale siero per il viso utilizzare, come farlo e come non farlo. Sono numerosissimi i video che girano su TikTok riguardo alla cura della pelle. Fin qui nulla di male, se non fosse che molti di questi sono pubblicati da persone che non ne hanno i titoli. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Ines Mordente, dermatologo, medico estetico e venereologo, molto attiva sui social: “Li utilizzo per fare divulgazione scientifica, è l’unico modo per contrastare la cattiva informazione”, ha spiegato a FQMagazine.

Spesso su TikTok ci si imbatte in beauty influencer che danno consigli di bellezza: “Usa questo siero”, “Utilizza questo acido”, cosa ne pensa lei, da professionista del settore?
Penso che sia pericolosissimo, il mondo della dermatologia e dermoestetica è molto spesso preso d’assalto da figure non adatte che influenzano il pubblico in base ai rapporti economici con determinate aziende. Senza consapevolezza.

Ci sono prodotti che diventano virali su TikTok e che effettivamente sono buoni o generalmente sono prodotti di scarsa qualità?
Ci sono delle aziende con studi dietro e altre che non hanno lo stesso background scientifico, parliamo di test e attendibilità. Il discorso è questo. Tra i brand di farmacia e altri commerciali, c’è una differenza di sicurezza. Se sono immessi in categorie farmacologiche hanno standard più alti rispetto ad altri. Per cui le direi che dipende dal brand. Ma comunque il problema non è solo questo ma anche il fatto che dall’altra parte abbiamo utenti che non conoscono la propria pelle, per cui non sempre dipende dal prodotto.

Stavo arrivando a questo: come riconoscere che tipo di pelle abbiamo?
Tutto nasce dalla consapevolezza. A volte i pazienti mi dicono che la loro pelle è grassa e invece è secca oppure viceversa. Con i social possiamo solamente dare degli input: ad esempio la pelle grassa tendenzialmente è lucida, pori dilatati e tende ad avere un odoro rancido. Ad ogni modo bisogna rivolgersi allo specialista che ti guidi alla scelta dei prodotti giusti.

Solitamente le persone si rivolgono via social a lei per quale tipo di problema?
Ricevo tantissime notifiche al giorno e la cosa che mi accade più spesso è di ricevere foto, anche dei minori. Io dico sempre di non inviare messaggi con foto, anche perché non posso prescrivere nulla. Generalmente comunque le richieste più diffuse riguardano l’acne.

A tal proposito, i fattori che incidono sono tanti, lo ripete spesso anche nei suoi video. Tra questi c’è l’alimentazione, giusto?
Sì, anche se non è l’unico aspetto da tenere in considerazione. La pelle sana è uno stile di vita perché sono tante le cose che devono essere messe insieme. Se ci sono problemi di pelle secca allora bisogna mangiare molta frutta, verdura e pesce. Alimentazione fondamentalmente mediterranea. Se la pelle è grassa, bisogna indagare se ci sono problemi di diabete o insulino resistenza e quindi un’alimentazione più povera di grassi e di zuccheri (no latticini, no insaccati, no fritti). Io, appena vedo i pazienti, cerco di capire anche cosa non funziona attraverso degli esami del sangue. La pelle è l’ultimo organo che ci ricopre, quindi bisogna lavorare sempre in team con altri dottori.

Senza troppi giri di parole: attraverso i social un medico ci guadagna?
La ringrazio per questa domanda, è molto importante. In realtà un medico, per fare una buona divulgazione sui social, perde tanto tempo e quindi lo toglie alla sua quotidianità. Io per registrare i video devo chiudere lo studio, devo ripeterli più volte e poi immetterli in rete. Quindi tendenzialmente si perdono tempo e soldi, almeno inizialmente. Certamente da una buona diffusione dei video possono nascere rapporti di fidelizzazione con persone che si recano nello studio, ma è una fase successiva.

Tornando a TikTok, sente una responsabilità maggiore considerando la giovane età media di chi utilizza la piattaforma?
Sì, infatti io mi arrabbio moltissimo con le pazienti influencer che vengono da me e che magari hanno patologie o semplicemente vogliono una guida. Io la prima cosa che faccio è dire loro: ‘Questa è la tua terapia, ma ti prego di non parlarne pubblicamente, soprattutto non fare cenni a farmaci o molecole‘. Sono rigidissima con queste persone, scrivo subito quando non rispettano questo nostro accordo verbale. La maggior parte dei miei utenti sono adolescenti o genitori che hanno figli giovanissimi, per cui anche in formazione.

Cosa può fare un utente per capire quando un consiglio per la pelle è giusto e quando, invece, può essere nocivo?
Bisogna cercare di capire chi sta parlando. Se è un brand ambassador o se invece è uno specialista della sua materia. Io ad esempio non mi metterei mai a parlare di problemi cardiologici, per farle un esempio. Sono un medico ma non è quella la mia specializzazione. Per me la croce è il mondo della para-cosmetica, di quelle figure non mediche che io rispetto per il loro lavoro ma che hanno studiato per altro. Non sono persone che possono diffondere la loro informazione illudendo, anche con immagini, il pubblico che hanno di fronte. Non possono parlare di patologie, quello è esercizio abusivo della professione medica. Questo capita anche nel campo della fertilità e dell’endocrinologia, con i famosi coach della fertilità o i guaritori, che ‘sanno come farti rimanere incinta’. Sono persone che lavorano su psicologie fragili e sono pericolose. Per la pelle il discorso è altrettanto delicato, io ho ragazze che stanno seguendo cure psichiatriche, che vengono fuori da problemi di DCA. Trovarsi davanti queste persone che promettono cure con fantomatiche sedute di psicoterapia e due massaggi può essere pericoloso.

Lei ha mai avuto casi di pazienti che magari hanno scelto un prodotto trovato sui social e si sono procurati un danno?
Sì, tantissimi casi. Le spiego cosa accade spesso: loro seguono dei consigli di figure non specializzate sul campo, tentando di provare tutto. Per cui non migliorano e causano anche dei veri e propri danni sulla propria pelle: barriera cutanea distrutta, aggravamento delle patologie di base. Qualcuno dice loro che all’inizio “è normale che peggioreranno”, invece consideriamo che più tempo passa e più è alto il rischio delle cicatrici, dei segni. Oltre all’insoddisfazione, poi, ci possono essere danni come ustioni, dermatite allergica da contatto, eczemi, esiti cicatriziali, una serie di cambiamenti del PH della pelle soprattutto se si utilizzano dei prodotti non adatti, spendendo anche tanti soldi, parlo di 500-600 al mese. Dobbiamo tener conto di tutto questo. Io davvero credo che il lavoro del medico sia molto delicato, hai studiato anni e non smetti mai di farlo. Anora oggi siamo qui a studiare la letteratura scientifica perché la medicina non è una scienza perfetta.

Da fruitrice della piattaforma, invece, le capita mai di imbattersi in fake news e se sì, come agisce in quel caso?
Io, insieme ad altri colleghi, stiamo mettendo su una sorta di team scientifico grazie al quale, con le associazioni di riferimento, fare delle segnalazioni dirette di una serie di profili non medici che non sono in linea con la corretta informazione.

In vista dell’estate, quali sono infine i consigli che si sente di dare?
Io li differenzierei, per semplificare dico: ci sono tre tipologie di pelle: grassa, secca, macchiata. Per la prima ci sono due principi: crema solare e ‘sgrassare’, perché si perde acqua dei tessuti e quindi la pelle tende ad avere una modificazione importante del PH per cui dev’essere detersa in maniera più accurata. Pelle secca: sempre la protezione solare però dev’essere arricchita di vitamine e acido ialuronico, per migliorare il microbioma cutaneo che tende a diventare ancora più fragile. Pelle macchiata: la protezione solare (che dovrebbe far parte della routine tutti i giorni) e poi sarei molto più rigida per l’esposizione al sole, soprattutto se ci sono problemi ormonali – fisiologici o no – oppure per chi è più in là con l’età. L’attività anti-age andrebbe iniziata già da prima, non bisogna superare per forza i 50 anni. Ci sono molecole molto leggere come il retinolo o come la vitamina in crema che possono essere utilizzate con precauzioni.

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