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Luca Argentero: “Mi sento un rottame. Ho la testa ormai grigia, la pancia, le rughe… Tanti che arrivano a quarant’anni possono dirsi dei sopravvisuti”

L'attore si è raccontato in occasione dell'uscita del suo libro 'Disdici tutti i miei impegni': "Mi sono divertito a disegnare un personaggio completamente diverso da me. Anche perché non mi dispiacerebbe farne una serie televisiva e magari firmare la regia"

Se il protagonista del suo libro (scritto da lui, sì) è Fabio Resti, uno scapolone sciupafemmine che non rinuncia a birra e sigarette, lui dice di aver mollato tutto. Stiamo parlando di Luca Argentero che si è raccontato al Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo romanzo Disdici tutti i miei impegni (Mondadori): “Mi sono divertito a disegnare un personaggio completamente diverso da me. Anche perché non mi dispiacerebbe farne una serie televisiva e magari firmare la regia”, dice. Insomma, Argentero fa le cose in grande, o quantomeno in grande le pensa. L’intervista è anche l’occasione per parlare della sua vita: “Mi sento un rottame. Ho la testa ormai grigia, la pancia, le rughe“, la frase d’esordio. E quando parla del periodo in cui “studiava Economia e “mi pagavo le tasse lavorando in un bar discoteca e facendo le sei del mattino praticamente sei giorni su sette…”, aggiunge: “Ora non mi metterei qui a spiegare minuziosamente che cosa si assume o con chi si trascorrono le notti, però possiamo dire che sono stato un giovane come tanti altri, purtroppo. Oggi che sono un marito, padre di due figli e (credo) un uomo responsabile, sono convinto che tanti che arrivano a quarant’anni possano dirsi dei sopravvissuti. Tra amori facili, sigarette e alcol, ci si sfascia quasi senza accorgersene. Io ho persino smesso di fumare”. Dal cinema alle serie tv ma anche un (non) ricordo del Grande Fratello, che lo ha reso famoso sul piccolo schermo: “(…) Sono passati tanti anni, lo feci per soldi. Calcolai che se avessi vinto la cifra in palio avrei potuto riposarmi un poco e decidere che cosa fare del mio futuro, visto che mi ero appena laureato. Anche adesso faccio calcoli. Ho scritto il libro perché mi piacerebbe lavorare intensamente ancora per qualche anno, guadagnare abbastanza per vivere bene e far vivere bene la mia famiglia e poi vorrei andare in pensione a 55 anni. Viaggiare con mia moglie, riposarmi, leggere e scrivere libri e sceneggiature. Ogni tanto, poi, fare un film che mi piace ma solo per il gusto di farlo. Non ha senso andare in pensione tardi”. E ri ritorna a parlare del tempo che passa: “(…) Io sono ossessionato dal tempo. Dal tempo che passa, perché davvero sento di diventare vecchio, non scherzo. Dal tempo che non mi basta, perché io vorrei vivere tanto, tantissimo con Cristina e con i miei figli. Dal tempo che deve ancora venire, perché vorrei proteggere Nina e Noè dalle cose brutte che inevitabilmente incontreranno. Dal tempo vissuto male, perché se c’è una cosa che mi fa incazzare è chi butta via il tempo. Dal tempo da dedicare anche a me stesso, perché lavorare in serie lunghe come Doc vuol dire sapere che per sei o sette mesi non puoi fare programmi che non siano quelli di lavoro sul set. Ecco perché Cristina (Marino, attrice e moglie di Argentero) è importante nella mia vita. Lei conosce questo lato del mio carattere e lo rispetta, prova a darmi tempo ogni volta che può“.