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Sanità pubblica, l’oncologo Bianco: “In Italia il numero dei posti letto è in assoluto tra i più bassi in Europa, 3.2 ogni 1000 abitanti”

“In Italia abbiamo il numero di posti letto in assoluto tra i più bassi in Europa: 3.2 su ogni 1000 abitanti. Nella regione Lazio la media dei posti letto è di 2.8 ogni 1000 abitanti. Ma in questa regione la vera emergenza è che non esiste ancora una rete oncologica a fronte di quasi 400mila pazienti oncologici e di 37mila persone che si ammalano di tumore ogni anno. Una vergogna“. Sono le parole pronunciate nella trasmissione Italia città aperta, su Cusano Italia Tv, dall’oncologo Vincenzo Bianco, consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario regionale del sindacato Cimo Fesmed, commentando la disastrosa carenza di posti letto negli ospedali pubblici italiani.

Bianco commenta anche l’annunciata iniziativa del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca circa una commissione che indagherà nei Pronto Soccorso: “Quella dei nuclei ispettivi non è una brutta iniziativa, perché serve da deterrente. Ma ovviamente devono essere permanenti e periodici nel tempo. Solo in questo caso hanno un senso”.

L’oncologo si sofferma poi sulla situazione critica nella sanità pubblica nel Lazio, dove opera: “Non esistendo una rete oncologica, questa regione è un fanalino di coda nazionale. E non solo: nelle case della Salute non è prevista l’assistenza oncologica, quindi manca anche la branca oncologica tra i servizi offerti dal Sistema sanitario regionale. Nel Lazio i 400mila pazienti oncologici fanno riferimento solo agli ospedali. Pensate che bias esiste in questa regione. Spero che la nuova giunta regionale si occupi di quella che è un’emergenza a tutti gli effetti”.

Bianco aggiunge: “La sanità pubblica per risollevarsi ha bisogno di maggiori investimenti, soprattutto per garantire la sicurezza nelle cure. Vogliamo tutti un bravo medico che faccia un buon intervento e che applichi una buona terapia, ma questo va assicurato attraverso dei percorsi dedicati e con delle garanzie che solo l’applicazione delle regole può dare. Non possiamo risolvere questo problema – conclude – coi medici a gettone. Il gettonista non garantisce l’esito della cura. Parliamoci chiaro: un gettonista che deve fare un intervento in Chirurgia d’urgenza al Pronto Soccorso non garantisce una professionalità adeguata. A mio avviso questo è un problema, chiunque di noi può stare male e finire al Pronto Soccorso nelle mani di un gettonista inesperto”.