È una storia drammatica ma a lieto fine quella di Cristina Jovanovic, una ragazza della Valle d’Aosta che all’età di 18 anni, nel 2019, le viene diagnosticato un sarcoma al torace. Nonostante tutto, quattro anni dopo fa un figlio, pur consapevole che può correre dei rischi per il cuore. Il parto va bene, ma pochi mesi dopo le condizioni di Cristina peggiorano: i polmoni sono sempre più compressi a causa dell’aumento della massa tumorale. Non resta altro da fare che rimuovere questa massa con un intervento chirurgico, anche se è come incollata alle pareti del cuore a gran parte del polmone sinistro. L’intervento viene programmato all’ospedale Molinette e dura 6 ore. La massa tumorale pesa un chilo e mezzo, è grande quanto un melone, i chirurghi riescono ad asportarla riuscendo, nello stesso tempo, a fare forse la cosa più difficile e delicata: preservare il cuore e ripristinare la piena funzionalità del polmone. Alla fine, dopo 10 giorni la ragazza torna a casa e dopo un mese il cuore riprende a battere normalmente e il respiro torna regolare.
Questo tipo di sarcoma che colpisce il torace può rientrare nella categoria dei sarcomi dei tessuti molli. Si tratta, come spiegano all’Airc (Fondazione per la ricerca sul cancro), di “tumori rari che derivano dalla trasformazione maligna delle cellule dei cosiddetti tessuti molli dell’organismo: muscoli, tessuti connettivi, vasi sanguigni e linfatici, nervi, legamenti e tessuto adiposo. Sono noti almeno 50 sottotipi di sarcomi dei tessuti molli. E possono localizzarsi praticamente in tutte le zone del corpo. In circa due casi su tre questi tumori si formano a livello degli arti o del tronco superficiale, negli altri casi interessano la testa, il collo, gli organi interni (tra cui l’utero) o internamente il tronco”.