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Politica - 18 Aprile 2023
Bucci è all’Ansaldo di Genova per parlare di 25 aprile, contestato dagli operai con fischi e cori: “Fascista, vai via”
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- 17:22 - Migranti: Pd, 'Nordio riferisca impatto dl flussi su corti di appello'
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - “L'emendamento approvato ieri sera in Commissione, che trasferisce alle Corti d'Appello la competenza sulla convalida dei trattenimenti dei migranti, rappresenta una decisione irragionevole e potenzialmente punitiva nei confronti della magistratura". Così la responsabile giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
"Come rilevato dal presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, questa scelta rischia di paralizzare centinaia di cause civili all'anno, aggravando ulteriormente i tempi di decisione senza alcun rafforzamento di risorse o organici. Attribuire ulteriori carichi di lavoro a corti già in sofferenza strutturale mina gli obiettivi di efficienza del sistema giustizia previsti dal PNRR e rischia di compromettere l'intero piano di riforma. Se l’obiettivo fosse quello di migliorare il funzionamento della giustizia, il risultato appare ben lontano. Al contrario, questa decisione sembra dettata da una volontà di rivalsa verso i giudici che hanno preso decisioni non gradite al governo".
"Chiediamo al Ministro della Giustizia di fornire immediatamente una relazione tecnica per spiegare la ratio di questo intervento e fugare il ragionevole dubbio che sia ispirato da un intento punitivo piuttosto che da una logica di efficienza e giustizia”.
- 17:22 - Mo: Provenzano, 'Italia rispetti Corte penale internazionale e si adegui a decisioni'
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - "È partito l’attacco alla Corte Penale Internazionale, per il mandato di arresto a Netanyahu. La Cpi è un’acquisizione fondamentale della giustizia internazionale, fondata sullo Statuto di Roma. L’Italia ha il dovere di rispettarla ma anche quello di adeguarsi alle sue decisioni". Lo scrive sui social il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano.
- 17:10 - Ricerca, oncologi e cardiologi: "L'Italia è diciottesima in Ue per risorse ma alto livello trial"
Roma, 21 nov. (Adnkronos Salute) - L’Italia è diciottesima in Europa per spesa in ricerca e sviluppo, con l’1,33% in rapporto al Pil (l’obiettivo nell’Ue è il 3%) ma, anche con poche risorse a disposizione, il valore della produzione scientifica del nostro Paese è ai vertici a livello internazionale. L’Italia, infatti, è responsabile del 31% dei 2.169 studi autorizzati in Europa nel 2022 e continua a rappresentare un attore protagonista nella ricerca clinica del Continente. Resta, però, il nodo cruciale dei ritardi nell’accesso alle nuove terapie. Oggi, tra l’autorizzazione a livello europeo e la rimborsabilità a livello nazionale, trascorre ancora troppo tempo. Servono infatti circa 14 mesi (424 giorni), un valore in linea con quello medio europeo (432 giorni per Ue-13+Inghilterra) e migliore rispetto a Francia (527) e Spagna (661), ma nettamente peggiore della Germania (126), che è la più rapida nel rendere disponibili le nuove terapie. Servono, da un lato, più risorse da destinare alla ricerca scientifica, dall’altro nuovi modelli per velocizzare l’accesso all’innovazione. Sono le richieste di Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi) nel convegno nazionale "Il valore dell’innovazione e della ricerca clinica" oggi a Roma.
"In Italia, nel 2022, sono stati 663 gli studi clinici autorizzati – spiega Francesco Cognetti, presidente Foce -. La maggior parte delle sperimentazioni sono in fase III (41%), va però evidenziato l’incremento del 14,5% degli studi di fase I rispetto al 2021, a indicare una crescente propensione all’innovazione con maggiori sforzi nello sviluppo di nuove molecole. Ogni anno, in Italia, sono circa 40mila i cittadini coinvolti nelle sperimentazioni. Due terzi dei trial interessano le neoplasie, le malattie ematologiche e cardiovascolari, che tra l’altro producono i due terzi della mortalità annuale. La ricerca clinica è un motore di sviluppo economico e sociale, che può offrire un contributo importante al recupero dell’attuale crisi del sistema. È infatti dimostrato che un euro investito in uno studio clinico ne genera quasi 3 (2,95) in termini di benefici per il Ssn, grazie ad esempio ai costi evitati per l’erogazione a titolo gratuito di terapie sperimentali e prestazioni diagnostiche alle persone arruolate nei trial. Ma l’Italia investe ancora troppo poche risorse in quest’area".
La spesa dell’Ue per ricerca e sviluppo, nel 2022 - secondo Foce - ha raggiunto i 352 miliardi di euro. È quasi il doppio rispetto al 2012. I Paesi che investono più risorse, con percentuali superiori al 3% sul Pil, sono Belgio (3,44%), Svezia (3,40%), Austria (3,20%) e Germania (3,13%). L’Italia è diciottesima e non arriva all’1,5%: nel 2021 aveva investito l’1,43%, nel 2022 solo l’1,33%.
"Inoltre – continua Cognetti - il tempo medio richiesto per l’autorizzazione di un nuovo farmaco in Italia è di circa 14 mesi, a cui si sommano ulteriori periodi necessari per l’inclusione nei Prontuari terapeutici regionali. Questo passaggio deve essere eliminato perché rappresenta un oltraggio all’art.32 della Costituzione. Il ritardo, infatti, può arrivare fino a quasi due anni, un intervallo che risulta eticamente insostenibile, anche se in linea con i tempi medi che si registrano a livello europeo. Devono essere definiti nuovi modelli, per rispondere alle esigenze dei pazienti. Una via può essere rappresentata da un miglior utilizzo delle risorse del Fondo dei farmaci innovativi, che negli ultimi anni non sono state usate in modo completo".
A settembre 2024, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - riporta una nota - ha presentato due nuove Linee guida per semplificare l’organizzazione delle sperimentazioni cliniche dei farmaci e regolamentare gli studi osservazionali.
"Nel nostro Paese i tempi di approvazione delle nuove molecole sono leggermente migliori della media europea, ma siamo impegnati a ridurli per rendere disponibili le terapie innovative più rapidamente ai cittadini – afferma Robert Nisticò, presidente di Aifa -. È doveroso essere al passo con la velocità della ricerca, perché le scoperte scientifiche di oggi saranno le valutazioni regolatorie di domani. Aifa, sul fronte interno, sta lavorando per snellire le procedure burocratiche e amministrative. Inoltre, stiamo valutando l’introduzione di nuovi modelli, che meglio rispondano alle esigenze del paziente in un’ottica di sostenibilità del sistema, prevedendo, ad esempio, un accesso precoce per terapie avanzate, in particolare laddove non vi siano alternative terapeutiche. In questo modo, i pazienti eleggibili potrebbero beneficiare delle terapie innovative senza ritardi e rallentare così la progressione di patologie oncologiche".
Il trattamento dei tumori pediatrici rappresenta uno dei maggiori successi della medicina moderna, grazie proprio alla ricerca e a collaborazioni scientifiche internazionali, in cui l’Italia svolge un ruolo di primo piano. "Abbiamo assistito a un marcatissimo aumento dei tassi di sopravvivenza per i bambini affetti da neoplasie, passando da circa il 30% negli anni '60 all’80% nell’ultimo decennio, con percentuali di guarigione per alcuni tumori che arrivano addirittura a oltre il 90% – sottolinea Franco Locatelli, direttore Dipartimento di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma -. La miglior stratificazione prognostica, le terapie mirate e l’immunoterapia sono solo alcuni degli sviluppi che hanno determinato miglioramenti significativi in termini di sopravvivenza e qualità di vita".
Una vera rivoluzione nella cura dei tumori negli ultimi anni "è stata l’introduzione delle cellule Car-T nella pratica clinica - aggiunge Locatelli - Il loro utilizzo ha dimostrato un’impressionante efficacia nel trattamento delle leucemie linfoblastiche acute B pediatriche, con un tasso di remissione completa compreso fra l’80 e il 90% e una sopravvivenza libera da eventi a 24 mesi del 40-50%. Questo successo ha stimolato la ricerca internazionale nello sviluppo di Car-T per diverse neoplasie sia solide sia ematologiche, con l’Italia in prima linea".
Negli ultimi decenni, i progressi nella ricerca, nell’accesso e nella qualità dell’assistenza e dei servizi igienico-sanitari hanno contribuito a ridurre la mortalità legata alle malattie infettive. "In Italia, in linea con i Paesi più sviluppati, tra il 1990 e il 2019 il numero di decessi per malattie infettive è diminuito significativamente (-31,6%) – spiega Massimo Andreoni, Direttore scientifico Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) -. A causa della pandemia da Covid-19, nel biennio 2020-2021, il numero di decessi per malattie infettive ha registrato un incremento importante, raggiungendo in Italia un tasso di 47,7 morti per 100.000 abitanti, oltre 4 volte il valore del 2019. Dall’altro lato, la pandemia ha velocizzato il progresso scientifico, contribuendo alla diffusione della tecnologia dei vaccini a mRna, che ha aperto un nuovo mondo nella profilassi e terapia medica".
I vaccini a mRNA "rompono il 'dogma' della vaccinazione - sottolinea Andreoni - perché non viene più introdotto l’antigene, cioè la proteina che deve immunizzare nei confronti di una malattia, ma vengono fornite alle nostre cellule le istruzioni per produrlo. Con questa tecnica, inoltre, si possono realizzare vaccini in tempi molto brevi contro agenti infettivi che compaiono per la prima volta nella storia e si stanno allestendo nuove combinazioni vaccinali, ad esempio contro l’influenza e il Covid. Le prospettive di utilizzo sono importanti, perché sono in corso studi su vaccini a mRna anche per la terapia di malattie come i tumori".
"Se consideriamo la valutazione annuale delle performance scientifiche dei 54 Irccs italiani, il cui ruolo istituzionale è di coniugare attività assistenziale di ottimo livello qualitativo con un’attività scientifica (ricerca traslazionale e clinica) di altrettanto livello, i dati più recenti dimostrano che un discreto numero di Irccs ha performance di elevato livello, ma purtroppo almeno la metà presenta valori di Impact Factor e H-index bassi e circa un terzo addirittura bassissimi – conclude Cognetti -. La metà degli Irccs, inoltre, risulta coordinatore di meno di 10 studi clinici e un terzo non ha svolto il ruolo né di coordinatore né di partner in sperimentazioni. Per quel che riguarda il numero di pazienti reclutati, un terzo degli Irccs riporta meno di 100 pazienti all’anno e il 20% addirittura nessun paziente. Questi dati dovrebbero indurre una seria rivalutazione del riconoscimento di Irccs agli Istituti più carenti, cui potrebbe conseguire un potenziamento di risorse disponibili per quelli più meritevoli".
- 16:58 - Mo: Maraio, 'mandato arresto Netanyahu primo passo di giustizia'
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - “La pronuncia della Corte Internazionale di giustizia che ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e per l’ex ministro Gallant, è un primo passo di giustizia. Non soltanto verso il popolo oppresso palestinese, che conta più di quarantamila morti di civili innocenti, ma verso il popolo di Israele, che vuole liberarsi di un governo criminale. Lo diciamo da tempo”. Lo lo dice in una nota il segretario del PSi, Enzo Maraio.
- 16:57 - **Pd: 28 novembre Direzione, a odg regionali**
Roma, 21 nov. (Adnkronos) - La Direzione nazionale del Pd si svolgerà il 28 novembre alle 16,30 nella sede nazionale del Partito in Via Sant’Andrea delle Fratte, 16. All'ordine del giorno l'esito delle elezioni regionali.
- 16:56 - Scuola, Serafini (Snals-Confsal): "Intelligenza artificiale valido aiuto per didattica"
Roma, 22 nov. (Adnkronos/Labitalia) - “Abbiamo fatto un esame approfondito e abbiamo visto che l'intelligenza artificiale per l'istruzione sarà un valido aiuto. Non può assolutamente annullare la presenza e la collaborazione del personale docente, ma è un grande supporto a tutta l'attività educativa e sicuramente a risolvere anche le problematiche dei singoli alunni, non solo dei diversamente abili, ma anche dei ragazzi che hanno dei tempi diversi di apprendimento”.
Sono le parole di Elvira Serafini, segretario generale Snals-Confsal, ospite a Bologna al convegno organizzato da Confsal “Presentazione rapporto Salute e sicurezza sul lavoro nella contrattazione collettiva” che si è tenuto all'interno della fiera ‘Ambiente e Lavoro’.
“Utilizzare l'intelligenza artificiale aiuterà al superamento delle difficoltà e dell'abbandono scolastico - ha continuato Serafini -. C'è stato un po' di preoccupazione all'inizio che potesse sostituire in alcuni casi la presenza del docente, c'è stata la preoccupazione di perdere l'autorevolezza, ma è stato il primo impatto. Tranquillizzati da studi, da ricerche, hanno ben compreso che è uno strumento e non è la sostituzione del docente. Di conseguenza però il docente deve fare una formazione appropriata per l'utilizzo concreto, reale e costruttivo dell'intelligenza artificiale”, ha concluso.
- 16:43 - Sanremo 2025, Conti: "Ci saranno più cantanti e potranno duettare tra loro per le cover"
Milano, 21 nov. - (Adnkronos) - "Avevamo previsto 24 canzoni ma le aumenteremo". Lo ha annunciato Carlo Conti, direttore artistico del Festival di Sanremo 2025, durante la Milano Music Week. I brani in gara, ha aggiunto, verranno ufficializzati il primo dicembre al Tg1 delle 13.30. "Non ne potrò mettere 40 - ha scherzato - perché poi deve iniziare il dopofestival e non posso andare oltre".
Più di 24 big in gara, la serata delle cover con la possibilità di duetti tra gli artisti e una piccola modifica al regolamento per il conteggio dei voti. Carlo Conti svela la prime carte dal palco della Milano Music Week, dove il direttore artistico di Sanremo 2025 ha anticipato qualcuna delle novità legate alla kermesse canora che si terrà dall’11 al 15 febbraio 2025. Alla presenza di Claudio Fasulo, vicedirettore direzione Intrattenimento Prime Time Rai e a Marta Cagnola di Radio 24, che lo ha intervistato, Conti ha rivelato subito che le 24 canzoni previste inizialmente verranno aumentate, mentre i nomi dei big in gara saranno annunciati il primo dicembre prossimo al Tg1 delle 13.30. "Poi dovrò correre allo Zecchino D’Oro, a Bologna per condurlo" ha spiegato, ammettendo che la selezione dei big non gli fa chiudere occhio.
"Mi sono chiesto chi me lo ha fatto fare - ha rivelato Conti - perché ascoltare tutti i big è difficile, e il succo del festival si fa in questi giorni, quando devi scegliere chi andrà in gara. Questo momento l'ho sempre paragonato alla bistecca che metti sul piatto: il contorno deve essere buono ma se la bistecca non lo è, il Festival non funziona". È un periodo, ha ammesso Conti, "nel quale non riesco a dormire la notte, magari sento un ritornello di una canzone messa da parte mentre dormo e forse, dico, ho sbagliato a metterla da parte. Questo è il momento più difficile che sento con maggiore responsabilità. Per me è la cosa più importante: il resto è fumo, per l’arrosto contano le canzoni".
Un’altra novità annunciata da Conti riguarda la serata dedicata alle cover, durante la quale i big potranno cantare insieme, in duetto. "Visto che è mia intenzione aumentare il numero dei partecipanti, la prima sera li presenti tutti, vai veloce. La seconda e la terza sera si dividono in due gruppi. Il sabato sera resisti e ce la fai. Nella serata delle cover, invece, gli artisti in gara potranno fare un duetto tra loro e presentare una sola canzone". Conti ha ricordato inoltre che la serata delle cover sarà ‘slegata’ dalla competizione, ossia non verrà sommata ai voti ottenuti nelle altre serate. “Era importante far capire al pubblico e alla giuria di votare sulla canzone e non sull’exploit delle cover”.
Non è detto, poi, "che chi verrà scartato nel 2025 non possa tornare nell’edizione seguente", che sarà curata sempre da Conti. Il suo ritorno al timone di Sanremo, dopo le tre edizioni dal 2015 al 2017, prevederà inoltre una piccola modifica al regolamento per il conteggio dei voti: "Si sommeranno sempre - ha avvertito - il voto non verrà azzerato per i finalisti ma andrà ad aumentare i voti che quei cantanti avevano già".
Il conduttore e direttore artistico non teme paragoni con chi l’ha preceduto e ha voluto metterlo in chiaro: “Prendo in mano un Festival in salute strepitosa per il lavoro fatto da Amadeus. Non ho paura e non guardo mai i confronti. Se il confronto è con lo share non mi interessa. Poi quest’anno si partirà da zero, lo share cambia da gennaio così come i dischi d'oro e di platino e non si potrà scrivere ‘questo batte quello’, sono cose assurde, superate". Per il Festival "è importante fare un bel prodotto e regalare belle canzoni agli italiani - ha scandito - poi un punto in più o meno di share fa parte del colore televisivo e alla mia veneranda età l’ho superato". "Con Amadeus e Fiorello veniamo dallo stesso periodo storico, siamo cresciuti tutti in radio, che rimane il primo grande amore. Siamo cresciuti a pane e musica, abbiamo avuto delle porte chiuse in faccia e dei successi, fa parte della vita. Siamo ancora qua e siamo molto legati, siamo amici, non c’è alcun tipo di rivalità con nessuno", ha sottolineato Conti. "Io vado d’accordo con tutti - ha precisato - mi sento anche con Paolo Bonolis e Gerry Scotti, con Tiberio Timperi, con Massimo Giletti. Credo molto nel gioco di squadra e personale e c’è spazio per tutti, con me non c’è alcun tipo di rivalità".
Dei rumors che circolano sul toto-nomi di co-conduttori e big in gara "alcuni sono fantasiosi, alcuni più reali, ognuno dice la sua. Leggo anche cose buffe - ha ammesso Conti - come quando gioca la nazionale ma il fascino del Festival non è solo in quella settimana, è quello che fa diventare l’evento tale, che fa montare la panna, e crescere l’attenzione sull’evento e deve essere così". In quella settimana, ha osservato, "se tossisci" per i giornali "sei ricoverato in ospedale, qualsiasi cosa viene amplificata ma questo è il bello di Sanremo e crea interesse: il vero, il non vero, la notizia falsa, la notizia vera. È Sanremo, e come dice Pippo Baudo è così ‘perché Sanremo è Sanremo’".
In attesa di conoscere chi saranno i big in gara e di avere qualche dettaglio in più sul Festival qualche certezza c’è. Come la presenza di Alessandro Cattelan sia come conduttore del DopoFestival sia come co-conduttore per la finale. Per il resto si dovrà aspettare ancora qualche settimana.