Si è presentato nell’aula del Tribunale di Mosca dentro una gabbia di vetro. Ed è apparso calmo. Ma la Corte ha respinto il ricorso della difesa contro il suo arresto per spionaggio. Il giornalista statunitense Evan Gershkovich del Wall Street Journal (Wsj), arrestato a Ekaterinburg, la quarta città più grande della Russia, il 29 marzo, resta in carcere. Secondo i magistrati russi, il reporter ha cercato di ottenere informazioni riservate su una fabbrica di armi russa. Gershkovich, il suo datore di lavoro e il governo degli Stati Uniti negano che sia coinvolto in attività di spionaggio e ne chiedono il rilascio. In caso di condanna, il cronista 31enne – che è il primo corrispondente Usa dai tempi della Guerra Fredda a essere detenuto in Russia con questa accusa – rischia fino a 20 anni di carcere.
“Continueremo ad aiutarlo e a chiedere l’accesso consolare – ha detto l’ambasciatrice Usa Lynn Tracy dopo la conferma dell’arresto -. Le accuse sono infondate. Continuiamo a chiedere che la Russia rilasci lui e Paul Whelan“, ex marine americano nato in Canada con cittadinanza statunitense, britannica, irlandese e canadese che nel 2020 è stato condannato per spionaggio a 16 anni di reclusione. “È stato difficile per me vedere come un giornalista innocente fosse tenuto in tali condizioni. Ieri, per la prima volta, mi è stato permesso di vederlo nel centro di custodia cautelare, è in salute e resiste, nonostante le circostanze”. Maria Korchagina, uno degli avvocati di Gershkovich, ha dichiarato che il reporter ha conservato il suo “spirito combattivo. Si sta allenando – ha aggiunto – e sa che le persone lo stanno sostenendo“.
Gershkovich è detenuto nella prigione Lefortovo di Mosca, risalente all’epoca zarista e simbolo terrificante della repressione fin dall’epoca sovietica. Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni su Mosca affinché concedesse l’accesso consolare a Gershkovich e lunedì l’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy ha dichiarato di avergli fatto visita in prigione per la prima volta dall’arresto. Tracy ha dichiarato su Twitter che “è in buona salute e rimane forte”, ribadendo l’appello per il suo rilascio immediato. Il presidente Joe Biden ha parlato con i genitori di Greshkovich la scorsa settimana e ha nuovamente condannato la sua detenzione: “Stiamo chiarendo che è totalmente illegale quello che sta accadendo e lo abbiamo dichiarato”, ha detto. La settimana scorsa il governo statunitense ha dichiarato che l’uomo è “detenuto ingiustamente”, una designazione che implica che un particolare ufficio del dipartimento di Stato prende l’iniziativa di chiedere il suo rilascio. Giornalisti e sostenitori presenti in tribunale lo hanno visto per la prima volta dopo settimane: il Financial Times ha scritto che i reporter erano “autorizzati a scattare foto e video di Evan, ma non a parlargli. E nemmeno lui può rispondere”.