Compare un nuovo personaggio nell’affaire Giletti che da un giorno all’altro, la settimana scorsa, ha dovuto “chiudere” il suo programma Non è L’Arena per decisione unilaterale di La7. E si tratta di un peso massimo. Come scrive La Repubblica – citando una informativa della Dia depositata agli atti dell’inchiesta sulle stragi su cui indaga la procura di Firenze – alla vigilia della sentenza del processo d’appello per la trattativa Stato-mafia l’imputato Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia condannato in via definitiva per concorso esterno, è molto preoccupato per la trasmissione in programma. In primo grado l’amico di sempre di Silvio Berlusconi era stato condannato a 12 anni e l’avvicinarsi del verdetto di secondo grado lo aveva spinto a intervenire. Ed è così che 4 giugno 2021 – annotano gli investigatori dell’Antimafia nella informativa – contatta al telefono la responsabile dell’ufficio legale di Fininvest, l’avvocata Enrica Mascherpa, e accenna la situazione che lo impensierisce: ovvero la messa in onda della puntata della trasmissione di La7 Non è l’Arena di Massimo Giletti, andata in onda pochi giorni prima. I due vengono intercettati.

Dell’Utri ritiene che questa informazione “potrebbe influenzare negativamente” la corte d’Appello di Palermo, che invece successivamente ha assolto lui e i carabinieri del Ros. Decisione impugnata dalla procura generale di Palermo e su cui quindi deciderà la Cassazione il prossimo 27 aprile. Durante la telefonata, riporta l’articolo a firma di Lirio Abbate – la legale Fininvest propone “di avviare una sorta di “contro-comunicazione” mediatica”. La strategia era quindi di opporre alla trasmissione del giornalista qualcosa per poter contrastare l’eventuale impatto mediatico dei servizi sul processo. “Quello della contro-comunicazione rappresenta un tassello fondamentale della strategia portata avanti da Dell’Utri e Mascherpa avente il duplice fine di riabilitare, mediaticamente, la figura di Dell’Utri e di costituire una barriera anticipata agli attacchi che possono giungere a Silvio Berlusconi, alle sue aziende e alla loro posizione in relazione alle indagini in corso”. Dell’Utri è così preoccupato che all’avvocata Mascherpa dice: “Questi sono delinquenti, potrebbero influenzare i giudici”.

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