L’appuntamento è alle 14.30 al Coni. Di fronte alle Sezione unite del Collegio di Garanzia, la Juventus proverà a far prevalere le sue tesi e a ribaltare la decisione della Corte d’appello della Figc che le ha inflitto 15 punti di penalizzazione, accusando gli ex dirigenti bianconeri di un “illecito grave e ripetuto” con una “inevitabile” ripercussione: “L’alterazione del risultato sportivo”. Ma è stato quel processo condotto rispetto tutte le regole? E i giudici federali hanno ben motivato i punti di penalizzazione? Si giocherà attorno a questo, non nel merito delle accuse riguardo alle plusvalenze “artificiali”, l’udienza destinata (forse) a chiudere il primo processo sportivo nato dall’inchiesta della Procura di Torino sui presunti falsi in bilancio di cui sono accusati Andrea Agnelli e gli altri ex vertici della Juve. In attesa della sentenza, ecco alcuni aspetti fondamentali per comprendere su cosa si esprimeranno i giudici.
Cosa ha deciso la Corte d’appello federale
Al club sono stati inflitti 15 punti di penalizzazione nel campionato in corso. Nelle motivazioni si legge che le plusvalenze erano un “obiettivo” e non un “effetto”. E per motivare la decisione di riaprire un procedimento già chiuso, i giudici sostengono che nelle carte giunte da Torino c’è un “disvelamento della intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori”. Il “fatto nuovo” è “l’assenza di un qualunque metodo di valutazione delle operazioni di scambio e, invece, la presenza di un sistema fraudolento in partenza (quanto meno sul piano sportivo) che la Corte federale non aveva potuto conoscere e alla luce del quale la decisione deve essere diversa”. La Corte presieduta da Mario Luigi Torsello ha stabilito l’inibizione dallo svolgimento di attività in ambito Figc (poi estesa in ambito Uefa e Fifa) per 2anni e mezzo all’ex direttore sportivo bianconero Fabio Paratici, per 2 anni all’ex presidente Andrea Agnelli e all’ex consigliere d’amministrazione Maurizio Arrivabene, per 1 anno e 4 mesi al ds Federico Cherubini e per 8 mesi a Pavel Nedved, ex vicepresidente del club.
Chi compone le Sezioni Unite
Vista la delicatezza della materia sulla quale bisognerà decidere, il Collegio di Garanzia si riunirà a Sezioni unite. In altri termini, accanto alla presidente Gabriella Palmieri Sandulli, ci saranno tutti i presidenti delle singole sezioni in cui si articola il “terzo grado” di giudizio dello sport, come la Cassazione chiamato a esprimersi sulla legittimità dei precedenti gradi. Saranno quindi presenti Vito Branca, avvocato tributarista, Attilio Zimatore, ordinario di Diritto privato alla Luiss, Massimo Zaccheo, ordinario di Istituzioni di Diritto privato a La Sapienza, e Dante D’Alessio, ex consigliere di Stato e diverse volte consigliere giuridico di diversi ministeri. L’udienza durerà non meno di 2-3 ore e poi il Collegio si riunirà in camera di consiglio. La sentenza potrebbe arrivare già in serata.
Cosa sostiene la Juventus
Nel suo ricorso – firmato da Angelo Clarizia, Nino Paolantonio, Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio – la Juventus sostiene in 9 punti diversi motivi per il quali la sentenza andrebbe annullata. Tutto ruota attorno alla “violazione delle norme di diritto”. Per la società il processo non poteva essere riaperto. Di più: l’articolo 4 attraverso il quale si è giunti alla condanna abbraccia contestazioni diverse da quelle del primo deferimento. Ancora: le famose “lettere Covisoc” retrodaterebbero il momento in cui la procura della Figc doveva iniziare l’azione penale e la loro mancata acquisizione nel procedimento è una violazione del diritto di difesa. Punto ancora più delicato e che apre la strada, al di là delle contestazioni formali, a un possibile accoglimento del ricorso è quello legato alla motivazione con cui la Corte d’appello ha stabilito 15 punti di penalizzazione: “Omessa o insufficiente”. Insomma, i giudici hanno ben spiegato perché abbiamo stabilito quella somma, superando i 9 punti chiesti dall’accusa?
I tre scenari
È questo uno dei punti più forti del ricorso bianconero, quello che apre la strada a uno dei tre scenari possibili all’uscita dalla camera di consiglio. Il Collegio di Garanzia del Coni potrà accettare in toto il ricorso della Juventus, sposandone le tesi e restituendo quindi i 15 punti. Insomma, cancellerebbe in questo modo la sentenza perché il processo non si doveva rifare. Un secondo scenario prevede la conferma della penalizzazione, avallando l’operato della Corte d’appello federale. Oppure, terza via, potrebbe dare ragione ai giudici della Figc sulla correttezza della riapertura del procedimento giudicando però carenti le motivazioni con cui hanno determinato il numero di punti di penalizzazione. In questo caso accoglierebbe quindi in parte il ricorso bianconero e rispedirebbe il club davanti alla Corte d’appello federale per una nuova quantificazione dei punti, che verrebbero quindi diminuiti e meglio motivati. Il ricalcolo non potrà essere fatto dal Collegio di Garanzia del Coni che è solo un organo di legittimità. Quello della richiesta di rimodulare la pena è uno degli scenari più accreditati ormai apertamente su diversi organi d’informazione, in accoppiata con un possibile patteggiamento del club nel filone della “manovra stipendi” per il quale il procuratore Chiné potrebbe deferire a breve club ed ex dirigenti, dopo la conclusione delle indagini negli scorsi giorni.