La Lega lancia la sua battaglia alla denatalità. Come? Con un maxi taglio delle tasse per chi fa figli. L’ipotesi è stata prospettata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e, all’interno del partito, è tutto un coro di consensi. “La proposta del ministro dell’Economia è assolutamente condivisibile. Per incentivare la natalità diventa necessario ridurre la tassazione per le famiglie con uno o più figli a carico. Questo non significa abbandonare l’assegno unico ma, oltre a questo, si dovrebbe reintrodurre una detrazione di 10mila euro l’anno per ogni figlio a carico (ora 950 euro fino ai 21 anni) fino al termine degli studi anche universitari, per tutti i nuclei senza limiti di reddito”, afferma Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese in quota Lega.
La proposta di Giorgetti non fa distinzioni di reddito. La detrazioni spetterebbe in egual misura a chi guadagna un milione di euro o a chi ne porta a casa 20mila. Nessuna politica di welfare come rafforzamento della struttura degli asili nido (a cui, in teoria, è però dedicato un capitolo, in ritardo, del Pnrr) o housing sociale. Semplicemente più soldi in tasca per pagarsi servizi come baby sitter etc.. Non è chiaro, ma ricordiamo che si tratta di un piano che non ha ancora trovato piena formulazione, da dove arriverebbero le coperture. Per quanto se ne sa e se applicato solo ai nuovi nati, prendendo a riferimento i circa 400mila bebé del 2022, la misura costerebbe 4 miliardi il primo anno. Otto miliardi il secondo, dodici il terzo e così via fino ai 72 miliardi all’anno trascorsi 18 anni. Questo nel caso che la misura non abbia alcun effetto sul numero di nascite che se invece aumentassero porterebbe l’esborso ancora più su. Per ora siamo nella dimensione utopica della politica. A meno che, se si trattasse di un puro credito di imposta, le persone che pagano meno di 10mila euro di tasse, quindi quelle con i redditi più bassi, non potessero approfittare appieno del beneficio. Si tratterebbe comunque di somme ingenti per l’erario, più difficili da quantificare, per di più con un effetto fortemente regressivo, con un beneficio maggiore per chi è più ricco.
In Francia, dove le politiche per la famiglia sono tradizionalmente generose e il meccanismo incentrato sul sistema del quoziente familiare, il vantaggio fiscale ha un tetto di 1.570 euro per ogni mezza parte. Quindi, una coppia con due figli potrà risparmiare fino a 3.140 euro di tasse. Con tre figli, il guadagno può toccare 6.280 euro. E ogni figlio ulteriore conta per 3.140 euro di sgravi. Nell’ipotesi di Bitonci lo sgravio per una famiglia con 3 figli e reddito elevato potrebbe raggiungere i 30mila euro l’anno.
Secondo Bitonci però con la ricetta Giorgetti “si otterrebbe così una doppia incentivazione e contrasto alla denatalità: con l’assegno unico universale una misura diretta mensile di sostegno, mentre con la detrazione un taglio consistente della tassazione a favore delle nostre famiglie”. L’idea di Giorgetti riportata oggi sarebbe quella di introdurre entro l’anno un bonus familiare per i genitori. In termini un poco meno fantasmagorico rispetto alla versione Bitonci, il piano del ministro dell’Economia illustrata al quotidiano Il Foglio prevede che “i nuclei familiari composti da almeno due figli non pagheranno le tasse”. Alla domanda “tutte le tasse?”, Giorgetti ha risposto “Probabilmente no, ma il meccanismo è già chiaro e a suo modo è dirompente”.
Il meccanismo fiscale vero e proprio (se si tratterà cioè ad esempio di una detrazione, di un taglio delle tasse patrimoniali o sul lavoro) sarebbe però ancora da definire. “Ridurre le tasse a chi fa più figli: ci sembra la scelta migliore per tutelare la natalità e le famiglie. La proposta del ministro dell’Economia, va in questa direzione, perché reintrodurrebbe una detrazione di mila euro l’anno per ogni figlio a carico, per tutti e senza limiti di reddito, fino alla conclusione del percorso di studi. Una misura che si sommerebbe all’assegno unico, favorendo però i nuclei più numerosi”. Così in una nota Massimo Garavaglia, senatore della Lega e presidente della commissione Finanze e Tesoro.