Non si tratta di un gioco di parole, ma di questione politica di primaria grandezza. Finiamola con il “riduzionismo” di chi vorrebbe smorzare, giustificare, comprendere, ridimensionare o, peggio ancora, buttare la palla in tribuna derubricando le nefandezze a goliardate, infantilismi, “voce dal sen fuggita”.

Il ministro cognato, Francesco Lollobrigida, ha semplicemente detto quello che pensano le destre radicali del mondo, di Europa e di Italia. Quelle parole sono state scritte e ripetute dai Bannon, dai Trump, dai Bolsonaro, dai Putin, dai Dugin, dagli Orban, bastava ascoltare e leggere. Quelle parole sono ripetute dagli alleati storici della Meloni in Europa, dai fascisti di Vox ai seguaci della signora Le Pen, e segnano le posizioni dei suprematisti.

La “sostituzione etnica” è la premessa teorica di ogni costruttore dei muri del livore, dell’odio, del razzismo e conduce direttamente alla guerra senza confini, alla spirale guerra, armi, terrorismo, odio diffuso, invisibilità quotidiana; altro che sicurezza domestica e internazionale!

Le parole del ministro cognato suonano ancora più sinistre perché arrivate dopo quelle sui musicisti di via Rasella, sui busti del Duce, sui partigiani “buoni e cattivi”, sulle radici della Costituzione. Il solo fatto che le parole pronunciate dal presidente Mattarella sulle persecuzioni nazifasciste siano state accolte, legittimamente, con entusiasmo e partecipazione da parte delle organizzazioni antifasciste testimonia la gravità della torbida stagione presente.

Le parole del ministro cognato dovrebbero spaventare in primo luogo i “moderati” perché rappresentano la negazione della mitezza, del dialogo, dell’accoglienza. Altro che sostituzione etnica: la destra radicale che oggi governa ha in mente la “sostituzione etica”, lo stravolgimento di tutti i valori fondanti della Repubblica nata dalla lotta di Liberazione.

Non solo vogliono spiantare le radici antifasciste – le loro radici erano e sono ancora a Salò – ma vogliono spiantare anche quelle “radici cristiane”, tanto sbandierate quando si tratta di acchiappare qualche voto.

Chiunque abbia ancora a cuore la Costituzione antifascista, antirazzista, solidale, si prepari a scendere in piazza il prossimo 25 aprile, e non solo il 25, lasciando a casa gelosie, divisioni, antichi rancori. La “sostituzione etica” non farà eccezioni e colpirà, senza distinzione di classe, di colore della pelle, di opinioni religiose, di sesso, moderati, radicali, credenti, diversamente credenti e non credenti. Meglio reagire subito, prima che sia troppo tardi.

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