Tracciabilità dei rifiuti speciali e trasparenza sul danno alla salute in tutte le Terre dei Fuochi di Italia: se ne parla sempre, ma solo per la prossima legislatura!

La firma dei ministeri dell’Ambiente e dell’Economia sull’atteso decreto che istituisce (finalmente!) il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, RenTRi, segna ufficialmente l’apertura della VI fase del fenomeno “Terra dei Fuochi” in tutta Italia: la fase dell’attesa, mentre nel frattempo si continuerà ad avvelenare e uccidere i cittadini italiani tranquillamente per almeno altri 3-4 anni.

Soltanto dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ovviamente, partirà infatti il conto alla rovescia per le iscrizioni al registro, ma che non inizieranno comunque prima di ottobre del 2024: Le iscrizioni al sistema saranno scaglionate e comprese in un periodo che va dai 18 ai 30 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, a seconda delle dimensioni delle aziende. Le prime adesioni, riservate ai produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 50 dipendenti, arriveranno quindi a partire da ottobre 2024. Da quella data i soggetti obbligati avranno poi 60 giorni di tempo per completare l’iscrizione. Un “generoso regime transitorio”, come l’ha definito il Consiglio di Stato, che servirà a scongiurare il rischio di false partenze e catastrofici ‘click day’, come quelli che accompagnarono il debutto del controverso Sistri…

Purtroppo, si potranno evitare problemi tipo click day ma non si eviterà minimamente almeno per i prossimi 3-4 anni (cioè esattamente il tempo per completare “serenamente” l’attuale legislatura di governo sia nazionale che regionale) l’aggravarsi del danno alla salute pubblica certificato ormai da decenni di studi totalmente inascoltati, come il Progetto “Sentieri” di Iss giunto ormai al suo sesto aggiornamento nella totale indifferenza delle istituzioni regionali campane.

Si potrà quindi continuare a massacrare senza alcun valido controllo ordinario a monte ogni giorno milioni di cittadini sia in Campania che in tutto il resto di Italia. “Terra dei fuochi” in Campania, ma anche in tutto il resto di Italia, è infatti il quotidiano smaltimento illecito dei rifiuti speciali industriali prodotti in regime di evasione fiscale, nella totale assenza di un valido sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali che non consenta la classica “truffa del giro bolla” cartaceo che ormai da molti decenni non avvelena soltanto l’economia circolare dei rifiuti, ma soprattutto e concretamente il sangue e la salute di tutti i cittadini residenti nelle zone dove vengono illecitamente smaltiti i rifiuti industriali e tossici non tracciati, in primis la Campania, ma certo non solo!

Giusto ieri la notizia dell’ennesimo sversamento di migliaia di tonnellate di fanghi tossici (rifiuti speciali pericolosi) nelle terre del vesuviano provenienti dagli incontrollati rifiuti speciali dei depuratori campani.

Nel vesuviano a Napoli, ma cosi come anche in Toscana, Lombardia (es. Brescia) e in tutto il resto di Italia si sversa e si continuerà a sversare senza alcun controllo a monte tranquillamente almeno per altri 3 o 4 anni se nessuna Procura, Esercito o Carabinieri interverrà “a dare fastidio” nel frattempo.

I dati sul danno alla salute pubblica che ne consegue non rispettano certo il tempo di “partenza” giuridico di tali sistemi di controllo. Sono dati sempre più chiari, sempre più terribili, ma del dovuto controllo a monte di tali rifiuti, con tracciabilità certificata degli smaltimenti degli stessi, non se ne parla proprio.

Zero dati anche per la trasparenza sul danno alla salute pubblica in Terra dei Fuochi campana. Trasparenza è stata fatta solo sulla buona salute delle nostre pummarole, mentre i cittadini campani attendono ancora di conoscere i risultati del Progetto Spes (prelievi 2017!) sulla loro salute danneggiata da questi fenomeni nella nostra Terra dei Fuochi, pur avendo la Regione Campania investito a tale scopo non meno di 30 milioni di euro.

Purtroppo, e ormai ce ne siamo convinti, sino a quando dura la attuale legislatura, di avere pubblici questi dati non se ne parla proprio. Non si deve disturbare la Presidente del Consiglio alle prese con il già tanto grave problema dei migranti che lavoreranno in nero sempre di più, adesso grazie anche ai nuovi decreti, né tantomeno si deve disturbare il nostro Presidente di Regione che ha già fatto tanto a tutela delle pummarole e non può certo perdere tempo ad assumersi responsabilità su problemi che oggettivamente incombono irrisolti da molti anni prima della sua elezione.

Credo, purtroppo, che forse soltanto l’assenza di un terzo mandato in Regione Campania dell’attuale compagine di governo sbloccherà, improvvisamente, anche il silenzio “scientifico” nella pubblicazione dei dati epidemiologici regionali. E così, nel frattempo, possiamo solo continuare a fare audience tv con il pianto inutile delle nostre mamme sulle tragiche e sempre perdenti battaglie contro il cancro dei loro figli, e continueremo a premiare l’impegno civile, mai tecnico, dei nostri sacerdoti anticamorra, ancora almeno per i prossimi 3-4 anni.

Mai fare trasparenza sulle cause della loro malattia e della loro morte, tantomeno ascoltando noi Medici dell’Ambiente. Oggi dobbiamo fare pure ripartire l’economia e attuare di corsa i progetti ricompresi nel Pnrr che, guarda caso, includono tante, tantissime cose belle, ma neanche una per accelerare la tracciabilità certificata non delle pummarole, ma dei rifiuti tossici!

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