Tre arresti con l’accusa di omicidio e tortura. È arrivata a una svolta l’indagine sulla morte di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese i cui resti furono ritrovati lo scorso 25 ottobre in un casolare tra le colline di Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano, nel Salernitano. Tra le persone arrestate su richiesta degli inquirenti ci sono una donna e almeno un minore, infatti i carabinieri hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare, una emessa dal Tribunale ordinario e una da quello per i Minorenni. Le accuse sono, a vario, titolo di maltrattamenti, tortura ed omicidio.
La Procura di Salerno aveva da tempo aperto un’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere, indagando anche alcuni familiari del fidanzato di Marzia, deceduto nel 2019. La ragazza, infatti, era rimasta a Pontecagnano Faiano anche dopo la scomparsa del compagno ma, secondo l’accusa, sarebbe stata segregata in casa e avrebbe subito continue violenze. Il caso è stato a lungo seguito anche dalla trasmissione Chi l’ha visto che, in diverse puntate, ha ospitato in collegamento i genitori della 29enne. Proprio durante una puntata fu mostrata una foto, scattata da un cittadino, nella quale Marzia appariva con il volto pieno di lividi e con macchie di sangue. Uno scatto che risalirebbe a pochi mesi prima della scomparsa avvenuta il 7 marzo del 2022. Ora, a distanza di oltre un anno, la svolta.
Sul cadavere, stando a quanto risultato dall’inchiesta, c’erano segni di strangolamento. Nel corso del tempo per l’omicidio sono state indagate sette persone, tra cui la sorella minorenne dell’ex fidanzato della donna, scomparsa nella notte del suo compleanno. L’ipotesi degli inquirenti è che Capezzuti sia stata uccisa – e poi fatta sparire – per continuare a intascare la pensione di invalidità di cui era titolare per via delle sue condizioni di estrema fragilità.