“L’incontro del 13 aprile tra il Commissario al Mercato Interno Thierry Breton e la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni non riguardava” il tema delle concessioni balneari e “nessuna delle due parti ha preso impegni riguardo ai prossimi passi”. Ci sono volute quattro ore prima che la Commissione europea smentisse se stessa. Era stata la stessa commissione, tramite un portavoce, a far saper in tarda mattinata che sulle concessioni balneari la prima ministra italiana Giorgia Meloni nell’incontro con il commissario Thierry Breton la scorsa settimana “ha assicurato che le autorità nazionali in Italia applicheranno molto rapidamente la legislazione europea” e “procederanno ad allineare la legislazione nazionale italiana alle norme europee”. Modificando, quindi, la proroga inserita in extremis nel decreto Milleproroghe e censurata dal capo dello Stato. L’affermazione, peraltro, veniva fatta da una portavoce della Commissione europea durante il briefing quotidiano con la stampa, dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue. “Naturalmente – continuava la portavoce – effettueremo un monitoraggio diretto e molto rigoroso della situazione e saremo in costante contatto con le autorità italiane a questo proposito”.

La Corte “ha confermato che la direttiva sui servizi si applica direttamente ed è valida nel contesto del settore delle concessioni balneari, il che significa che le autorità nazionali e i tribunali nazionali devono applicare la direttiva sui servizi a questo settore”, ha ricordato la portavoce. “Ciò vale anche per le autorità municipali – ha aggiunto – il che significa anche che devono avere procedure di selezione imparziali e trasparenti per i potenziali offerenti” e “che le concessioni devono essere limitate nel tempo” e “non possono essere rinnovate automaticamente”. “I tribunali nazionali e i servizi amministrativi nazionali devono applicare questi obblighi e abrogare qualsiasi disposizione nazionale che possa essere contraria a tali obblighi – ha aggiunto, ribadendo quanto già esplicitato dal Consiglio di Stato -. Siamo in stretto contatto con le autorità nazionali per monitorare e seguire questo aspetto”.

Secondo il Pd “è arrivato il momento in cui il governo deve decidere di decidere. Non sono ammessi più rinvii”. Fratelli d’Italia la vede diversamente: per Gianluca Caramanna, capogruppo Fdi in commissione Attività produttive e responsabile del Dipartimento Turismo del partito, la sentenza “da un lato ribadisce alcuni principi già noti, dall’altro conferisce piena legittimità e rafforza l’utilità del lavoro impostato dal governo con il tavolo tecnico, che sarà chiamato a breve a predisporre la mappatura delle aree demaniali”, che peraltro già esiste (c’è il Portale del mare – Sistema informativo demanio gestito dal ministero delle Infrastrutture). “Su questa base, siamo certi, il governo potrà continuare il dialogo in corso con la Commissione Ue, al fine di arrivare in tempi brevi ad una normativa che definisca una volta per tutte la questione, garantendo un quadro certo agli operatori e alle amministrazioni coinvolte”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Meno tasse per chi ha figli, Cgil: “Detrazione di 10mila euro? Sarebbero esclusi 35 milioni di incapienti e contribuenti con redditi bassi”

next
Articolo Successivo

Famiglie sempre più povere, Istat: “Nel 2022 il 35% ha visto peggiorare la propria situazione”. La quota è salita di 10 punti in quattro anni

next