Il talent scout si è raccontato al Corriere della Sera per raccontare il suo nuovo progetto, radiocecchetto.it
Claudio Cecchetto torna alla radio e lo racconta al Corriere della Sera al grido di “sono nato dj e morirò dj”. La sua nuova emittente si chiamerà radiocecchetto.it: “Ho invitato alcuni amici e ho chiesto loro di fare una prova microfono. Li trasmetteremo e gli ascoltatori dovranno inventare chi sono: ci saranno Jovanotti, Fiorello, Elena Sofia Ricci, Edoardo Leo, Max Biaggi e tanti altri. Poi pian piano svelerò chi sono. Intanto sono contento di aver fondato una radio che spero possa essere trasmessa in forma “mobile” a portata di smartphone come le dirette su Instagram. Ma, lo sottolineo, non manca una sede fisica. Siamo qui in un ufficio a Milano, c’è una regia, ci sono i tecnici. La serietà non manca. Ma l’obiettivo dichiarato è sfruttare tutte le tecnologie che l’uomo ha invitato per rinvigorire la radio per farla tornare un grande media. E la strada maestra da percorrere è il web“.
L’occasione dell’intervista è buona anche per parlare dei tanti, tantissimi che ha scoperto e degli anni d’oro della sua carriera: “Gli anni ottanta furono un decennio fondamentale, importante, imprescindibile per la musica. Lo dobbiamo all’Inghilterra che già da tempo dettava – musicalmente – legge. Uscivamo dagli anni settanta dove in Italia avevano dominato i cantautori, poi qualcosa cambiò con questa british invasion fatta di funk, elettronica e new wave. Gli anni novanta furono decisamente più dance. Io mi divertii molto producendo Jovanotti e gli 883. Devo ringraziare gli anni ottanta perché quel dinamismo di cui parlavo mi permisero di lanciare e creare la “mia” Radio Deejay…”. Una domanda, quella che riguarda la “pace” con Max Pezzali (la rottura professionale tra i due e Pier Paolo Peroni è arrivata la scorsa estate prima del grande evento a Milano San Siro canta Max): “In questo momento non penso più a Max Pezzali. Un autore indimenticabile, come persona diciamo che lo è un po’ meno”.