“Giorgio Napolitano è stato determinante nella mia fermata e cacciata, perché non solo era il presidente del Csm, ma era anche capo dello Stato”. Così Luigi de Magistris a La Confessione di Peter Gomez, in un’intervista realizzata in esclusiva per TvLoft e disponibile sulla piattaforma. ripercorre la chiusura dell’inchiesta Why Not che determinò anche la fine della carriera da magistrato dell’ex sindaco di Napoli. “Subito dopo l’indagine Poseidone, parte l’inchiesta Why Not che riguarda tutti i partiti, non solo quelli di centrodestra e persino l’ex presidente del Consiglio Prodi e il Guardasigilli Mastella. Innanzitutto me la spiega brevemente?”, ha domandato il direttore de Ilfattoquotidiano.it. “In Why Not si allargava il fronte del controllo illecito della spesa pubblica. Parliamo di 15 miliardi di euro di allora che avrebbero potuto fare della Calabria la Svizzera o la California d’Italia. Invece, con le società miste, Why Not era una di queste, che controllava il lavoro interinale, pubblico e privato a monte drenavano il denaro pubblico che non arrivava mai a valle”, ha raccontato l’ex pm che poi ha anche spiegato di detenere un particolare record: “Sono stato il magistrato della Repubblica con il maggior numero di inchieste e ispezioni amministrative: senza soluzione di continuità dal ministro Castelli del governo Berlusconi, dal ministro Mastella del governo Prodi. Il maggior numero di interrogazioni parlamentari che nessun magistrato abbia mai avuto”, ha detto de Magistris.
“Mastella per questa inchiesta ha chiesto il suo trasferimento“, ha ricordato il giornalista. “Qui accadde una cosa senza precedenti, cioè il ministro della Giustizia chiede il trasferimento del magistrato, che ha iscritto nel registro degli indagati il presidente del Consiglio, e che nell’indagine Why Not aveva predisposto intercettazioni che riguardavano lo stesso ministro”, ha risposto l’ex magistrato. “In questa vicenda emerge che anche l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non fosse proprio dalla sua parte”, ha insistito Gomez. “La strategia era questa: fermiamo de Magistris con gli altri magistrati, altrimenti può apparire una gamba tesa della politica nei confronti della magistratura. – ha risposto de Magistris – Quando i magistrati di Salerno uscirono allo scoperto e fecero il 2 dicembre 2008 una serie di perquisizioni e sequestri a magistrati autorevolissimi in Calabria, accade una cosa senza precedenti e aggiungo impensabile da un punto di vista giuridico. I magistrati oggetto di provvedimento di sequestro e perquisizioni controsequestrano gli atti dei magistrati che indagano. È come se il carabiniere arriva in una banca dove c’è una rapina e i rapinatori arrestano i carabinieri”, ha concluso il portavoce di Unione popolare.
‘La Confessione per TvLoft’ è prodotto da Loft Produzioni e sarà disponibile on demand ogni giovedì su sito, app e smart tv di TvLoft.