L’ex Lega Nord, ora più battagliera Lega di Salvini, a corto di consensi elettorali e dopo la disastrosa campagna per la revisione della Fornero, è tornata alla carica con un’altra proposta da paese degli Acchiappacitrulli, come avrebbe detto Collodi. Questa volta il campo di battaglia è la questione assai spinosa, per noi, del declino demografico e del contrasto alla denatalità.

Il dottor Massimo Bitonci, commercialista e autorevole parlamentare della Lega, afferma di essere stato molto impressionato dal fatto che per la prima volta in Italia le nascite siano scese sotto le 400.000 unità. Per contrastare questo trend molto negativo ha proposto di prendere in prestito una misura simile a quella dell’Ungheria di Orban (niente tasse con quattro figli), cioè di detassare in maniera molto generosa le famiglie, o coppie, con figli. Diciamo, in soldoni e in attesa dei necessari dettagli, che le famiglie con tre figli non pagherebbero più le tasse. Il movimento no tax ha arruolato nelle sue file anche la prole, facendo un notevole passo avanti. La proposta è stata con entusiasmo fatta propria dal ministro delle finanze Giorgetti. In questo modo la Lega si vuole intestare anche le iniziative contro il calo demografico, finora tema caro alla premier Meloni.

Da dove deriva questo improvviso panico demografico in salsa leghista? Il dott. Bitonci poteva essere ancora molto più preoccupato se invece di leggere i titoli dei giornali avesse una qualche familiarità con i dati dell’autorevole Istituto Nazione di Studi Demografici francese, che in una delle tante tabelle indica le tendenze demografiche mondiali dal 2050 e fino al 2100. I dati sono veramente impressionanti per i cambiamenti che disegnano nello scenario della popolazione mondiale. Per fare alcuni esempi, la Cina perderà quasi metà della sua popolazione, passando dai 1.300 milioni del 2050 ai 771 milioni di fine secolo. Al contrario la Nigeria avrà un boom demografico, portandosi da quota 374 milioni ai 545 previsti per il 2010. Quasi tutti i paesi ricchi, con l’eccezione di Usa, Uk e Francia, vedranno un più o meno vistoso calo demografico. Il primato del declino spetta al Giappone che in mezzo secolo perderà 31 milioni di abitanti, cioè quasi il 30%. E l’Italia? Il cammino demografico è tristemente in discesa. Nel 2050 saremo, secondo le previsioni, in 52,4 milioni, per scendere nel 2075 a 42,8 milioni e infine a 36,9 milioni nel 2010. Un calo complessivo del 30%, come il Giappone. Demograficamente torneremo indietro di un secolo.

Come contrastare questa tendenza demografica, sempre che abbia un qualche senso contrastarla? In sintesi possiamo dire che in Europa abbiamo due modelli di successo: quello britannico favorevole all’immigrazione (come quello made in Usa) e quello francese basato sul welfare. Poiché per il leghista Bitonci il modello inglese non è ideologicamente percorribile e quello basato sul welfare, a suo dire, ha fallito, ecco allora la sua proposta dell’uso massiccio della leva fiscale. Per ribaltare il nostro destino demografico propone una detassazione fino a 10.000 euro per figlio. In sostanza, le famiglie con più figli non pagherebbero le tasse. Idea interessante: un peccato che una soluzione così semplice e chiara sia venuta in mente così tardi! Non è il caso qui di analizzare se la variabile fiscale possa essere così decisiva nelle politiche familiari, cosa che mi pare assai problematica data la complessità della società. Lascio ad altri più competenti questo tema.

Da osservatore delle politiche fiscali, mi interessa analizzare come Bitonci ipotizzi di trovare la colossale cifra che servirebbe per finanziare il bonus figli, altro che buco da super bonus edilizio che ha spaventato così tanto Giorgetti! In un’intervista il deputato ha prospettato due vie. La prima è quella di adoperare le tax expenditures, cioè gli sconti fiscali già esistenti, dirottandoli. Peccato che questi soldi siano già stati impegnati dal suo collega viceministro del Mef per ridurre le aliquote dell’Irpef da 4 a 3. Quindi i soldi non ci sono e sembra strano che Bitonci non lo sappia. Poi fa riferimento anche alla crescita economica di quest’anno che, incrementando le entrate, renderebbe disponibili risorse per questo scopo. Anche qui la strada è già segnata dal Def appena approvato e quindi soldi disponibili non ce ne sono. Una proposta, quella del bonus fiscale per le famiglie di Bitonci, totalmente campata per aria e buona solo per qualche articolo di giornale? Pare proprio di sì.

Più responsabile su questa materia è stato il governo Draghi, che proprio nella finanziaria del 2022 aveva messo nero su bianco la proposta dell’assegno universale per i figli e l’ha attuata, naturalmente a debito per circa 5 miliardi. Ancora una volta c’è da constatare che le proposte della destra italiana sono una fotocopia roboante, e quasi sempre irrealizzabile, di quelle del governo Draghi.

Poiché il problema del destino demografico dell’Italia è troppo importante, il dott. Bitonci, se intende veramente far qualcosa di utile per il suo Paese, invece di lanciarsi in proposte tanto ipocrite quanto impossibili da realizzare potrebbe per una volta fare qualcosa di diverso, cioè studiare bene il problema insieme con gli esperti. Dopo questa fase preliminare ma necessaria, allora le sue proposte, anche se forti, potrebbero essere ricevute e discusse. Proposte alla Orban, per un paese che ha un debito pubblico monstre come il nostro, sono del tutto inutili e dannose, creano solo confusione e false aspettative.

Il dott. Bitonci per ora ha dimostrato solo la sua incompetenza e superficialità, con un pizzico di malafede. Forse è per questo che gli elettori padovani non gli hanno confermato il secondo mandato alla carica di sindaco. Ma non gli è andata poi così male, perché ora si trova nel ruolo più prestigioso, e anche più remunerato, di deputato.

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