Come mettere fine ai disservizi, ritardi e cancellazioni di treni che da anni vessano i pendolari lombardi? La nuova idea di Attilio Fontana sta tutta in un piccolo 1%, la quota di Trenord che Fnm, società controllata dalla Regione, dovrebbe acquisire negli auspici del governatore. In modo da salire al 51% e superare Trenitalia, società del gruppo Fs, con cui ora la proprietà è spartita perfettamente a metà, 50% a testa. Ma dai pendolari arriva subito la bocciatura: “Non cambierebbe nulla: la Regione ha già in mano la gestione di Trenord e il problema è che non la sa gestire”, dice il presidente dell’associazione Mi.Mo.Al (Milano-Mortara-Alessandria), Franco Aggio. Fontana ha fatto la sua proposta in un’intervista all’Eco di Bergamo.
“Una delle richieste che faremo al ministero è che le Ferrovie ci cedano quell’un per cento che ci permetta di avere la maggioranza e quindi il controllo di Trenord”, ha detto prendendosela con l’altro socio: “Come Regione abbiamo investito 2 miliardi per comprare nuovi treni, loro non ci hanno messo un euro finora”. E ancora: “Per far funzionare il trasporto su ferro servono treni e binari: ne sono arrivati 88 nuovi ed entro un anno e mezzo, massimo due, saranno 220, ma se abbiamo ancora centinaia di chilometri a binario unico dove cavolo vogliamo andare?”. Argomentazioni che per i pendolari non stanno in piedi: “L’acquisizione dell’1% per avere la maggioranza di Trenord comporterebbe come minimo l’esborso di 50 milioni di euro per non cambiare di fatto governance e peso all’interno di Trenord in quanto in base ai patti parasociali già adesso Regione Lombardia controlla e gestisce Trenord”, dice Aggio, che ricorda come il problema posto da una sorta di equilibrismo perfetto sia stato risolto nel 2018.
Prima di allora Fnm nominava tre membri del cda, tra cui l’amministratore delegato, e Trenitalia gli altri tre, tra cui il presidente. Anche la prima linea del management veniva spartita tra le due società. Ma dal 2018 Fnm, e dunque la Regione, decide sulla nomina di quattro membri su sei del cda, tra cui l’ad, e sulla scelta di direttore operativo, direttore commerciale e direttore finanziario. In sostanza ha in mano la gestione di Trenord. Proprio quella che per Aggio è il vero problema: “Se non riesce a garantire la pulizia dei convogli, l’agibilità dei bagni dei convogli stessi, un adeguato livello qualitativo di manutenzione (cioè fare i compiti a casa) come può la Regione accusare sempre parti terze per il basso livello di servizio? Paradossalmente, ma non troppo, avrebbe senso la cosa contraria e cioè che ad avere la maggioranza sia Trenitalia, che in altre regioni sta dimostrato di saper garantire un servizio migliore di Trenord”. E nemmeno c’entrano, per il presidente del comitato di pendolari, questioni legate agli investimenti: “Regione Lombardia può chiedere investimenti sulla rete a Fs attraverso il contratto di programma e l’accordo quadro. Non serve avere la maggioranza in Trenord. Come viaggiatore spero nel nuovo assessore regionale ai trasporti Lucente che ha riservato segnali di attenzione ai viaggiatori lombardi”.
In passato si è ipotizzata anche la soluzione opposta a quella di Fontana, ovvero che la maggioranza di Trenord se la prendesse Trenitalia. E pure si è ipotizzato di mettere fine all’unione voluta quindici anni fa da Formigoni con un divorzio che prevedesse parte delle linee ferroviarie sotto la gestione di Fnm e parte sotto quella di Trenitalia. Ora Fontana, per far valere la sua proposta, potrebbe avere dalla sua due ministri dello stesso partito: Matteo Salvini ai Trasporti e Giancarlo Giorgetti al ministero dell’Economia, cioè l’azionista di Fs. Sul fronte della politica regionale, per il Pd Fontana è solo alla ricerca di un alibi: “Le Regioni – dice il consigliere Pietro Bussolati – già oggi hanno la piena responsabilità dell’organizzazione e della regolazione del trasporto pubblico e quello ferroviario lombardo, negli ultimi cinque anni, è addirittura peggiorato per numero di soppressioni e incidenza dei ritardi, nonostante i tagli delle corse, la riduzione dei passeggeri e il miglioramento dei treni circolanti”. Più disponibile a discutere della proposta il M5S: “L’idea merita di essere valutata, a patto che contestualmente avvenga un cambio di dirigenza tale da portare a un reale cambio di passo dell’azienda”, dice il capogruppo al Pirellone Nicola Di Marco, che però invita Fontana ad assumersi le proprie responsabilità in merito alla “disastrosa gestione di Trenord e del trasporto pubblico locale. Un servizio non all’altezza della Lombardia e soprattutto non all’altezza delle esigenze di puntualità e professionalità dei lombardi”.