“Le polemiche sulle dichiarazioni di Pietro Orlandi? Lui in questi giorni ha chiarito che non intendeva fare dichiarazioni offensive su papa Giovanni Paolo II, ma che si riferiva al contenuto dell’intercettazione audio relativa a un personaggio legato alla Banda della Magliana. Pietro Orlandi da anni combatte una battaglia solitaria per la verità su quello che è successo alla sorella Emanuela. All’inizio non se l’è filato nessuno, lui e la sua famiglia hanno combattuto in maniera disperata. Che cosa gli si deve dire? Ma insomma che cosa pretendiamo? Parliamo di una persona che ha perso la sorella e di una famiglia distrutta da 40 anni. Adesso dobbiamo fare anche l’esame a Pietro Orlandi? Francamente mi pare un po’ crudele“. Così il deputato Pd Roberto Morassut, primo firmatario delle proposte di legge che hanno dato il via alla commissione di Inchiesta Bicamerale sui casi di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, risponde al giornalista di Radio Radicale, Lanfranco Palazzolo, circa le polemiche intorno a Pietro Orlandi, che, ospite della trasmissione Dimartedì, ha semplicemente spiegato cosa ha rivelato Marcello Neroni, l’ex uomo della Banda della Magliana, in una conversazione registrata dal giornalista Alessandro Ambrosini e mandata in onda dalla stessa trasmissione condotta da Giovanni Floris.
Nell’audio Neroni chiama in causa Wojtyla nella scomparsa di Emanuela Orlandi. Morassut, che assicura l’imminente partenza della commissione d’inchiesta al Senato, osserva: “Io francamente non credo alle affermazioni contenute in quell’audio. Dobbiamo stare molto attenti, perché nel corso degli anni nella vicenda di Emanuela Orlandi ci sono stati depistatori, sciacalli, esibizionisti, personaggi che affermavano di sapere delle cose riservate. Dobbiamo stare molto attenti anche in merito al materiale che gira e a documenti che possono essere privi di ogni fondatezza”.
E chiosa: “Bisogna invece andare al senso vero, cioè qual è stato il ruolo dell’interno del Vaticano sulla vicenda Orlandi e le più che possibili relazioni col mondo della criminalità organizzata. Questo è un tema importante sul piano storico e politico, anche per arrivare veramente a disvelare la verità di questa vicenda. Quindi, con la commissione bicamerale dovremo fare un lavoro serio di setaccio assieme a chi se n’è occupato veramente. Lavoreremo insieme al mondo dell’informazione, alla magistratura italiana e a quella vaticana. La storia di Emanuela Orlandi merita di arrivare alla verità, però in modo serio“.