L’Aula della Camera ha bocciato l’ordine del giorno del M5s al decreto Pnrr sul termovalorizzatore di Roma. Il testo è stato bocciato con 246 no e 46 si. Ha favore si sono espressi solo Avs e M5s. Contro compatti tutti gli altri gruppi, compresi Pd e Terzo Polo. Stesso destino subisce il testo, sostanzialmente analogo, di Avs. L’ordine del giorno a prima firma di Filiberto Zaratti è stato bocciato con 252 no, 46 sì e due astenuti.

A chiedere ai dem di esporsi contro l’impianto, deciso dalla giunta di Roberto Gualtieri, era stato lo stesso Giuseppe Conte. Il 19 aprile però, nel corso della sua prima conferenza stampa, era stata la segretaria dem Elly Schlein ad annunciare che il Pd non avrebbe sostenuto l’ordine del giorno. Oggi il sindaco di Roma ha liquidato l’iniziativa M5s come una provocazione: “Io sono disponibile a discutere, entrare nel merito”, ha detto, ma “ora non c’è stata una discussione di merito dettagliata, anche perché si stava davanti a un ordine del giorno provocatorio. Non avviamo la discussione sul piano rifiuti di Roma quando lo decidono dei gruppi su una risoluzione, noi siamo un partito serio”. E ancora: “Schlein ha detto una cosa importante, queste mozioni oltre che essere politicamente sbagliate sono anche prive di senso perché parlano dei poteri commissariali, ma questi poteri hanno prodotto un piano rifiuti che ormai è vigente e prevede il termovalorizzatore”.

Sempre ieri 19 aprile, proprio il M5s ha partecipato a un presidio davanti al Campidoglio contro l’impianto. In piazza anche Conte. “Opporsi all’inceneritore di Roma”, ha dichiarato a TgCom24 l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, “è da sempre per noi del M5s una battaglia di civiltà e di coerenza. La salute dei cittadini viene prima di tutto: siamo molto preoccupati per l’impatto ambientale che avrebbe questo maxi impianto frutto di una tecnologia ormai obsoleta. Chiedere al M5s di rinunciare a questa battaglia non è ricevibile”. E ha aggiunto: “Sarebbe però un gravissimo errore politico enfatizzare, all’interno del fronte progressista, solo ciò che ci distingue e divide, piuttosto che tutto ciò che ci unisce: stimo moltissimo Elly Schlein, siamo stati colleghi per 5 anni a Bruxelles e abbiamo lavorato benissimo insieme, ritengo che la sua vittoria alle primarie sia un fatto politico di grandissima rilevanza che ci consente di convergere molto più agevolmente su tante battaglie e sensibilità comuni”.

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