Se la Juventus a fine campionato arriverà o no in Champions League, rimane un enorme punto interrogativo, molto più di quanto dica la classifica che oggi li vede di nuovo saldamente al terzo posto. La risposta si annida fra le motivazioni, che ancora non ci sono, della sentenza del Collegio di garanzia al Coni che ha (temporaneamente) annullato la penalizzazione in classifica. E nel nuovo processo che si dovrà celebrare in Corte d’appello della FederCalcio, a questo punto a stagione finita. Per il momento però ci sono due certezze: la prima è che da oggi i bianconeri di Massimiliano Allegri hanno riavuto i 15 punti che erano stati tolti. La seconda, però, è che potrebbero non conservarli a lungo. Quelli che erano i suoi dirigenti apicali, Agnelli &C., sono stati condannati in via definitiva dalla giustizia sportiva. E questo significa che l’illecito c’è stato, e una nuova penalizzazione, forse appena minore, potrebbe prendere il posto di quella appena cancellata.
C’è un punto fermo nella sentenza del Collegio di Garanzia dello Sport, terzo e ultimo grado della giustizia sportiva, che potrà essere compresa appieno solo quando usciranno le motivazioni (ci vogliono 30 giorni): sono i 94 mesi di squalifica in totale fra Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene, ex vertici del club. I loro ricorsi sono stati infatti respinti in toto, il che conferma l’impianto accusatorio, compresa la contestazione del famoso articolo 4 sulla lealtà sportiva. Insomma, lo scandalo plusvalenze non era solo un abuso della Figc, un complotto ordito ai danni dei bianconeri, ma oggi è una sentenza di colpevolezza passata in giudicato per la giustizia sportiva. E questo ha un chiaro valore processuale per ciò che verrà nelle prossime settimane.
Il Collegio di garanzia ha sì annullato la sentenza con rinvio alla Corte d’appello, che dovrà celebrare un nuovo processo, come da pronostico alla vigilia. Ma lo ha fatto con una motivazione precisa: sono stati “salvati” solo i dirigenti minori, Pavel Nedved e gli altri semplici consiglieri di amministrazione (Paolo Garimberti, Assia Grazioli-Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio). Di qui l’invito alla Corte d’appello a rinnovare la valutazione, in diversa composizione (i giudici saranno diversi). Attenzione, però: solo ed esclusivamente “in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus”. Tradotto: la Corte Figc dovrà spiegare meglio la posizione dei dirigenti di secondo livello, e quindi quantificare il loro peso specifico sulla penalizzazione di 15 punti alla squadra. Che ci sarà, è solo questione di quanto, e di quando.
I tempi si allungano: 30 giorni per le motivazioni, poi la Corte convocherà l’udienza in due settimane. Arriviamo praticamente alla fine del campionato. Ma a quel punto la Juve rischia seriamente di vedere svanire i punti appena restituiti. Almeno in parte: in teoria i giudici potrebbero anche ribadire il -15, più facile che si arrivi a uno sconto, comunque non eccessivo, visto che in discussione è solo la posizione dei manager minori, senza dimenticare che la pena dev’essere afflittiva. Di più. La condanna di Agnelli &C. potrebbe incidere anche sull’altro giudizio, quello in arrivo sulla manovra stipendi, dove la procura contesta lo stesso “sistema” che è stato di fatto confermato dai giudici. Mentre il club, in quanto recidivo, non potrà nemmeno ricorrere al patteggiamento. La Serie A oggi è di nuovo stravolta, lo sarà ancora.