Si torna alla Corte d’Appello Federale per un nuovo processo e nel frattempo vengono restituiti i 15 punti alla Juventus. Questa la decisione del Collegio di garanzia del Coni sul processo plusvalenze. Il ricorso del club bianconero è stato in parte accolto: la sanzione in classifica infatti non è stata cancellata, ma viene annullata in attesa della sua rivalutazione in un nuovo processo. Una buona notizia solo momentanea, quindi: restano infatti confermate le condanne per Andrea Agnelli (due anni di inibizione), Fabio Paratici (30 mesi), Federico Cherubini (16 mesi) e Maurizio Arrivabene (24 mesi). Una circostanza che peserà nel nuovo processo e sull’eventuale rimodulazione della penalizzazione: è stata pienamente riconosciuta la colpevolezza dei dirigenti bianconeri.

Il Collegio di garanzia ha infatti “accolto i ricorsi di Enrico Vellano, Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli-Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio”. Nedved, ex vicepresidente del club, aveva ricevuto inflitto l’inibizione dallo svolgimento di attività in ambito Figc per otto mesi. Sulla base di questa circostanza, i giudici del Coni hanno inviato alla Corte Federale di Appello della Figc “perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus“, si legge nel dispositivo della sentenza.

Di fatto, da questa sera la Juventus è terza in classifica a quota 59 punti, in piena lotta per la qualificazione alla prossima Champions League e con rispettivamente 6 e 8 punti di vantaggio su Inter e Milan. La partita extra-campo tuttavia è tutt’altro che chiusa: l’organo di secondo grado della giustizia sportiva, in una nuova composizione, dovrà colmare quella “carenza di motivazioni” sottolineata dal pg del Coni Ugo Taucer e decidere se confermare il -15 in classifica (improbabile) oppure ridurre la sanzione. Quanti punti rimarranno di penalizzazione è ancora tutto da capire, partendo dalle motivazioni del verdetto odierno che però arriveranno solo tra due-tre settimane (il limite è 30 giorni).

La “carenza di motivazioni” – La decisione del Collegio di Garanzia del Coni era nell’aria già dopo l’udienza di ieri, mercoledì 19 aprile, durante la quale la Procura generale dello Sport, che doveva in qualche modo rappresentare “l’accusa”, ha fatto il miglior assist possibile alla difesa chiedendo appunto di rivedere la penalizzazione in classifica. Ugo Taucer, procuratore generale del Coni, ha difeso l’impianto accusatorio (“non ho rilievi da fare, l’operato è stato corretto”) e si è schierato contro i ricorsi della Juventus, ma ha aperto la crepa più importante sulla penalizzazione: “Temo che rispetto all’applicazione dell’articolo 4 (quello sulla lealtà sportiva, nda), ci sia un profilo di fondatezza limitatamente alla sanzione in punti, una carenza di motivazione da apprezzare e valutare in un nuovo giudizio”. Tradotto: la condanna è corretta, ma i giudici non hanno motivato come e perché la Juve sia stata penalizzata di 15 punti, quando la stessa Procura ne aveva chiesti solo 9.

I tempi lunghi e le manovre stipendi – Ad oggi l’unica certezza è che per arrivare a conoscere la reale classifica di Serie A bisognerà attendere oltre il weekend del 3-4 giugno, quando si giocherà la 38esima giornata. Infatti, il Coni ha un mese per pubblicare le motivazioni. A quel punto la Corte federale d’Appello fisserà una nuova udienza che però può essere convocata minimo a 10 giorni di distanza. Il verdetto del nuovo processo, poi, potrà tecnicamente essere nuovamente impugnato – solo per “violazioni di diritto” – davanti al Collegio di garanzia. Con il grosso rischio di andare anche oltre il 30 giugno, data in cui si chiude la stagione agonistica. A quel punto la Juventus potrebbe scontare la penalizzazione non in questa ma nella prossima stagione. In più la vicenda si interseca con l’altro filone, quello riguardante le manovre stipendi. Il procuratore Giuseppe Chinè ha chiuso le indagini: dopo il 27 aprile, data entro la quale la Juventus può presentare memorie difensive, deciderà se procedere con il deferimento e quindi aprire un nuovo processo sportivo.

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