La pubblicità del Friuli Venezia Giulia sulle pagine di Repubblica e della Stampa ha fatto perdere completemente le staffe ad Alessandro Sallusti. Il direttore di Libero è inviperito nei confronti di Massimiliano Fedriga, il governatore della Regione che ha praticamente brandizzato i due quotidiani del gruppo Gedi tra martedì e mercoledì con ben 17 spazi pubblicitari acquistati per promuovere le bellezze del Nord est: da Udine a Cividade e Lignano Sabbiadoro. Solo che Fedriga è un esponente della Lega, partito al quale le posizioni di Libero sono sempre state vicine. Che però da questa operazione pubblicitaria, foraggiata con fondi della Regione Friuli Venezia Giulia, è rimasto tagliato furo. “Parliamo di centinaia di migliaia di euro che il governatore leghista – immaginiamo a trattativa privata e senza basi scientifiche – ha gentilmente riversato nelle casse dei due giornali che più di altri si impegnano quotidianamente nel far passare le regioni governate dalla destra, il partito di Fedriga e il suo capo Matteo Salvini per dei pericolosi razzisti, dei buzzurri indegni di governare i nostri territori e tantomeno il paese intero”, scrive Sallusti in un editoriale pubblicato in prima pagina e titolato: “Se il leghista Fedriga finanzia chi dà del nazista alla Lega”.
Un articolo in cui il direttore di Libero si scaglia contro il governatore reo di “finanziare con centinaia di migliaia di euro chi usa quei soldi per fare campagna elettorale alla sinistra nella speranza che lei vada a casa il più presto possibile, chi sostiene idee opposte alle sue, chi ha chiesto e ottenuto dalla Boldrini presidente della Camera di sospenderla per quindici giorni dal Parlamento per le sue battaglie identitarie”. L’editoriale di Sallusti alterna prese in giro e insulti: “Lei se ne intende di comunicazione – ha preso pure una laurea in materia – e quindi sa il fatto suo, per esempio che una buona tattica è comperarlo il nemico anziché combatterlo, tattica squallida ma efficace, soprattutto facile perché quelli di sinistra sono mediamente in vendita. Perché se è così ce lo dica che noi a scrivere che lei è un grandissimo stronzo – cosa che non crediamo, abbiamo sempre sostenuto il contrario – ci mettiamo un attimo e vediamo se anche a noi arriverà un euro friulano per tenerci buoni. Ma sa che le dico? Lasci perdere, non lo scriviamo gratis, non abbiamo bisogno di lei”. La chiusa, poi, raggiunge livelli surreali: “La prossima volta che lei avrà bisogno di una marchetta o di una difesa d’ufficio dagli attacchi di La Repubblica e de La Stampa, la prego: non alzi il telefono con noi come d’abitudine”,