La cooperativa agricola Speranza di Candiolo (Torino) negli ultimi anni è diventata un vero e proprio laboratorio per la produzione di energia dai reflui zootecnici e dagli scarti agricoli. La coop, attiva dal 1974 come “agri-macelleria”, riunisce otto aziende agricole e conta tre impianti per la produzione rispettivamente di energia elettrica, termica e biometano liquido per autotrazione. L’ultimo impianto, quello per la produzione di biocarburante, è stato avviato nel 2018 grazie agli incentivi stanziati con il decreto “biometano” ed è il primo in Italia. “Il biometano liquido si può prendere qui da noi, oppure a Marsiglia – spiega Serena Vanzetti, agronoma 29enne che ha preso le redini dell’azienda di famiglia – Abbiamo stretto una partnership con il gruppo Maganetti di Sondrio, un’azienda di autotrasporti che lo preleva da noi per alimentare la flotta di camion”. La CO2 ‘di risulta’ viene trattata per renderla edibile e venduta ai produttori di bevande gasate, mentre il “digestato” viene usato come fertilizzante naturale. L’energia termica prodotta invece fornisce teleriscaldamento al vicino centro oncologico di Candiolo e viene utilizzata dalla soffieria Bertolini per raffrescare gli impianti dove si producono fiale per l’industria farmaceutica, comprese quelle utilizzate per i vaccini Astrazeneca e Moderna.
“Durante il picco del costo del metano – spiega il direttore dell’IRCCS Antonino Sottile – questa partnership ci ha permesso di risparmiare intorno ai 200mila euro. Senza contare il minor impatto ambientale, perché l’ospedale sorge all’interno di un parco e in questo modo non immettiamo anidride carbonica”. Un risparmio, quindi, ma anche il tentativo di sfruttare la vicinanza delle strutture per fare “economia circolare” riducendo le emissioni. “Nel giro di un anno i nostri costi energetici sono aumentati di quattro milioni di euro a fronte di un fatturato da 40”, racconta il direttore della soffieria Renato Surra, che nel prossimo futuro conta di ottenere dalle rinnovabili il 10% del fabbisogno energetico dell’impianto anche grazie all’installazione di una piccola centrale fotovoltaica. Sia la soffieria, sia la cooperativa Speranza aderiscono al progetto europeo LifeClinmed, che riunisce università e imprese con l’obiettivo di mitigare l’impatto ambientale della zootecnia, un settore che oggi contribuisce al 9% delle emissioni climalteranti globali. “Insegniamo alle imprese delle buone pratiche per la corretta gestione dei liquami e dei fertilizzanti per abbattere le emissioni di ammoniaca e altri gas dannosi – spiega Elio Di Nuccio, docente di meccanica agraria all’Università di Torino –. In questo modo anche l’agricoltura, che spesso viene tacciata di essere inquinante e insostenibile, dimostra di poter mitigare l’impatto ambientale”. Lo scorso anno la cooperativa Speranza ha “sottratto” alla dispersione in atmosfera 11mila tonnellate di CO2. Anche per questo poche settimane fa ha ricevuto l’Oscar Energie per il futuro e la sostenibilità assegnato da Coldiretti.