Alessandra De Stefano nelle scorse settimane si è dimessa. La prima donna a dirigere a Rai Sport ha resistito solo diciotto mesi: “In Rai, se provi a fare una scelta diversa diventi subito un nemico. A me tentare piace, credo che ogni tanto non sia male percorrere un’altra strada. Ma in Rai, se provi a cambiare un volto c’è chi si sente esiliato, tutti si avvertono fondamentali, la parola ricambio non esiste”, spiega oggi in un’intervista al quotidiano “La Repubblica“. “Il problema è che ci sono colleghi che ancora ti dicono: ho fatto uno share. No, non hai fatto tu l’ascolto, ma l’evento cui hai partecipato. E se provi a cambiare un volto c’è chi si sente esiliato, tutti si avvertono fondamentali, la parola ricambio non esiste”, aggiunge la giornalista, ora a Parigi come corrispondente. De Stefano si sofferma sulle sue dimissioni, tra i motivi anche la volontà di Enrico Varriale di essere reintegrato.
Il giornalista napoletano dopo una sospensione di sei mesi si è rivolto al giudice del lavoro per tornare in tv, Varriale è accusato di stalking dall’ex compagna e da una seconda donna: “Anche quello ha contato. Da donna non me la sentivo. Preciso: c’è un processo in corso per stalking e lesioni personali, una presunzione di innocenza per le accuse e una signora finita in ospedale. Varriale è stato sospeso, ma non da stipendio e benefit. Lui voleva tornare a condurre e si è rivolto a un giudice del Lavoro, è una questione delicata. Io, per la mia posizione, avrei dovuto rispondere del danno erariale. Sarei diventata il direttore donna che lo rimetteva in video, in attesa della sentenza del tribunale. Non era solo una mia sensazione personale, c’era disagio anche in azienda e tra chi avrebbe dovuto lavorare con lui“, ha spiegato De Stefano.
Dopo una puntata de “Il Circolo dei Mondiali”, lo scorso dicembre, si era sfogata sui social: “La correttezza è un fondamento della mia esistenza. Colleghi della carta stampata, e non solo, mi hanno attaccato perché era senza voce. Hanno giudicato il programma dopo una sola puntata. Ignorando ascolti e share. le menzogne mi indignano. Siete il nulla”. Un cinguettio che aveva suscitato molte polemiche: “Sono stata aggredita perché ero senza voce. Mi attacchi sulla salute? Mi insulti perché sto male? E io rispondo, mi difendo. Ero stanca e nervosa, ho fatto un tweet rabbioso che non ho cancellato. La verità? Avevo un blocco del diaframma, causato dallo stress”, spiega ancora De Stefano a Repubblica. “Chi oggi mi augura buona Parigi è una persona falsa. Io credo che un direttore abbia diritto di rinnovare, anche se oggi domina l’ossessione degli ascolti- continua l’ex direttrice – Sono stata scelta per cambiare, quando mi sono accorta che dovevo cambiare io e questo mi causava sofferenza anche fisica, ho preferito deviare ed evitare il burrone. Oggi fa notizia che per la prima volta in Italia un club di calcio, la Roma, abbia un Ceo donna e non di famiglia. Io chiedo: ci vogliamo ancora meravigliare?”.