Ha detto di aver incontrato Putin e di aver ricevuto un’offerta per “continuare a lavorare a livello federale” e per questo Aleksandr Uss, padre dell’imprenditore russo Artem Uss, ha annunciato le sue dimissioni da governatore della regione russa siberiana di Krasnoyarsk. Il figlio era evaso dai domiciliari in Italia dopo che il 21 marzo era stata concessa l’estradizione verso gli Stati Uniti. Il candidato più probabile per prendere il posto di Uss come governatore di Krasnoyarsk dovrebbe essere il viceministro delle finanze Mikhail Kotyukov.
La vicenda – Uss era stato arrestato il 17 ottobre all’aeroporto di Malpensa, su mandato degli Usa per associazione a delinquere, truffa e riciclaggio: su di lui pendeva una richiesta di estradizione da Washington. In un primo momento, nei suoi confronti è stata disposta la custodia cautelare nel carcere di Busto Arsizio, motivata con il pericolo di fuga. Il 25 novembre, però, la Quinta sezione penale della Corte milanese gli aveva concesso i domiciliari in una sua abitazione a Basiglio (alle porte del capoluogo lombardo), sostenendo che la misura fosse “idonea a garantire l’eventuale consegna all’autorità estera procedente”. Invece da lì Uss è fuggito il 22 marzo, rompendo il braccialetto di sorveglianza. Per questo motivo il ministro della Giustizia Nordio ha avviato un’azione disciplinare nei confronti dei giudici per il contenuto “non opportunamente ponderato” della sentenza con cui stabilirono i domiciliari per il russo. Nei giorni scorsi, invece, il presidente della Corte, Giuseppe Ondei, aveva redatto una relazione sul caso in cui sosteneva che il ministero di via Arenula avrebbe potuto chiedere in qualsiasi momento l’aggravamento della misura, cioè il ritorno alla carcerazione. In quella relazione si leggeva che “in materia di estradizione si applicano le norme di procedura penale e la corte d’Appello non poteva aggravare d’ufficio la misura cautelare applicata se non nel caso di trasgressione, mentre secondo l’articolo 714 del codice di procedura penale il ministero della Giustizia può in qualsiasi tempo chiedere l’aggravamento”. Un punto di vista che da fonti giudiziarie viene confermato anche dopo l’intervento alla Camera di Nordio. Il ministro, invece, a Montecitorio ha sostenuto come “non vi è alcuna disposizione normativa che attribuisce al ministro il potere di sostituire una misura” cautelare “con un’altra” e che il guardasigilli ha solo il potere di avanzare “richiesta di revoca” di una misura limitativa della libertà personale.
(Aleksandr Uss, di spalle, a colloquio con Putin nel 2021).