Dopo il trasferimento della tomba di Franco del 2019 dalla basilica del Valle de Cuelgamuros, precedentemente noto come Valle de los Caìdos, ora tocca all’altro importante uomo politico del Novecento spagnolo. Il corpo del fondatore della Falange spagnola José Antonio Primo de Rivera, 120 anni esatti dopo la nascita, sarà esumato lunedì 24 aprile, così come confermato ieri dal governo iberico e dalla rete tv Cadena Ser. Il feretro sarà trasferito al cimitero di San Isidro a Madrid.
Il ministro per la Presidenza, il rapporto con le Corti e la Memoria Democratica, Félix Bolaños, ha confermato la notizia, aggiungendo che non verranno resi pubblici ulteriori dettagli “per ragioni di sicurezza” e di “intimità della famiglia”. Lo stesso ministro ha anche affermato che l’esumazione comporterà “una nuova risignificazione” del monumento, affinché nel Valle “non si omaggi nessuna persona o ideologia che elogi la dittatura, così come prescrive la Legge sulla Memoria”.
In questo modo il complesso del Valle de Cuelgamuros smetterà di essere luogo di esaltazione della dittatura, divenendo un cimitero civile. La famiglia Primo de Rivera, che aveva già chiesto l’esumazione dei resti del congiunto alla fine del 2022 a seguito dell’approvazione della Legge sulla Memoria, ha giustificato la propria richiesta con l’intento di compiere le volontà del fondatore della Falange, che prima di morire espresse il desiderio di essere sepolto in un cimitero cattolico.
Secondo l’accordo raggiunto tra la famiglia e il governo il costo dell’intera operazione, 8630 euro, sarà a carico dell’Esecutivo.