Anche la zia paterna sapeva che Saman Abbas era stata ammazzata perché si opponeva a un matrimonio combinato e approvata. Nell’udienza del processo per l’omicidio della 18enne pakistana uccisa a Novellara fra il 30 aprile e il primo maggio 2021, è stato ascoltato in aula il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Emilia, Maurizio Pallante. Il maggiore ha tratteggiato il ruolo della zia Shamsa Batool, sorella di Shabbar Abbas, padre di Saman, accusato insieme al resto della famiglia del delitto e attualmente detenuto in Pakistan. È stato infatti attraverso un messaggio vocale della donna che gli inquirenti avrebbero capito che la pista giusta da seguire nell’indagine “era quella del delitto d’onore”. La donna, emigrata in Inghilterra, secondo gli inquirenti era a conoscenza del piano per l’omicidio e lo avallava per recuperare la rispettabilità della famiglia. Pallante ha anche ripercorso le ore del 29 aprile 2021, il giorno prima della scomparsa della giovane, descrivendo l’immagine ripresa dalle telecamere degli imputati sull’aia con le pale, come “le prove generali del delitto“. Dall’autopsia è emerso che la vittima aveva il collo spezzato.

I giudici sella Corte d’Assise, gli imputati, gli avvocati hanno effettuato un sopralluogo della casa di Novellara in cui viveva la famiglia Abbas e di quella in cui risiedevano lo zio Danish Hasnain e i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, per capirne l’acustica (per le intercettazioni) e le distanze (quindi compararle con le dichiarazioni degli imputati). Gli imputati sono stati portati, uno alla volta, all’interno della casa in cui vivevano in via Canale a Novellara, nella Bassa reggiana. Nello stesso edificio, molto degradato, sono poi entrati i giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia e gli avvocati. La richiesta è stata fatta dagli stessi difensori presenti al processo, per “verificare sensorialmente lo stato dei luoghi, in tante prospettive, visto che ci sono versioni dei vari protagonisti molto differenti tra loro. Solo un sopralluogo poteva far riscontrare esattamente la veridicità di quanto detto”, ha detto l’avvocato di Danish Hasnain, Liborio Cataliotti.
Soltanto i giudici e gli avvocati, poi, si sono spostati nell’abitazione degli Abbas in viazza Reatino e nel rudere poco distante, in cui il corpo della 18enne uccisa fra il 30 aprile e il primo maggio 2021 è stato ritrovato nel novembre 2022. La buca da cui il corpo è stato estratto ora è stata coperta di ghiaia. La prossima udienza è fissata per il 12 maggio quando il padre di Saman si dovrebbe collegare in video per partecipare al processo, oggi il videocollegamento non è stato possibile, a quanto si apprende, per la concomitanza con la fine del Ramadan.

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